ASL Bari sigla accordo con Inail Puglia per valutare e gestire il rischio stress correlato al lavoro

Intercettare e prevenire possibili disagi psico sociali correlati all’attività lavorativa e agli effetti della pandemia. 

A questo mira l’accordo sottoscritto da ASL Bari e Inail Puglia per sviluppare una metodologia di valutazione e gestione del rischio stress lavoro-correlato ai sensi del d.lgs. 81/2008. L’accordo  permetterà alla ASL di dotarsi di indicazioni procedurali e di strumenti utili per contribuire alla gestione dello stress e alla prevenzione del burnout di tutti gli operatori sanitari impegnati nell’emergenza Covid 19, grazie all’iniziativa promossa dall’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro.

L’obiettivo è quello di realizzare, attraverso i professionisti INAIL, un’attività formativa, diretta ed “a cascata” tesa a garantire l’uniformità e l’omogeneità della valutazione del rischio stress lavoro-correlato nell'ambito delle strutture centrali e territoriali della ASL BA, in un'ottica di genere e a garanzia delle pari opportunità. per migliorare le condizioni di lavoro e dei livelli di tutela della salute e sicurezza dei lavoratori.

“l’Inail – afferma Giuseppe Gigante direttore regionale Inail Puglia- tramite il Dipartimento Centrale di medicina, epidemiologia e igiene del lavoro e ambientale ha sviluppato già dal 2011 una metodologia di valutazione e gestione del rischio stress lavoro correlato, traslata poi su una piattaforma dedicata e messa a disposizione di tutte le aziende del territorio nazionale. L’Ente ha sviluppato cosi un know how importante, atto a gestire il periodo emergenziale che stiamo vivendo. L’accordo con l’Asl Bari punta proprio a fondere le rispettive competenze in materia, così da poter affrontare al meglio i rischi psicosociali che la pandemia da Covid-19 sta provocando.”

“I lavoratori sottoposti a stress prolungato possono sviluppare problemi di salute fisica come le malattie cardiovascolari o i disturbi muscolo scheletrici – spiega Domenica Munno presidente CUG della ASL Bari - per le imprese gli effetti negativi possono essere una scarsa redditività complessiva, un maggiore assenteismo e un aumento dei tassi di incidenti e infortuni”.

Lo stress lavoro-correlato può interessare potenzialmente ogni luogo di lavoro e ogni lavoratore in quanto causato da aspetti diversi strettamente connessi con l’organizzazione e l’ambiente lavorativo.  In Italia la normativa attuale obbliga i datori di lavoro a valutare e gestire il rischio stress lavoro-correlato al pari di tutti gli altri rischi, in recepimento dei contenuti dell’accordo europeo. A tal proposito nel novembre del 2010 la Commissione consultiva permanente per la salute e la sicurezza sul lavoro ha elaborato le indicazioni necessarie alla valutazione del rischio stress lavoro-correlato individuando un percorso metodologico che rappresenta il livello minimo di attuazione dell’obbligo.

L’obiettivo principale della valutazione del rischio stress lavoro-correlato è quello di identificare eventuali criticità relative a fattori quali carichi di lavoro eccessivi, richieste contrastanti e mancanza di chiarezza sui ruoli, scarso coinvolgimento nei processi decisionali, gestione inadeguata dei cambiamenti organizzativi, comunicazione inefficace, mancanza di sostegno da parte dei colleghi o dei superiori e ancora molestie psicologiche e sessuali, violenza da parte di terzi presenti in ogni tipologia di azienda e organizzazione. Partendo dall’analisi dettagliata delle criticità emerse, il protocollo prevede di implementare un’adeguata gestione del rischio, che consente di assicurare migliori condizioni di lavoro e nello stesso tempo impattando positivamente sulla competitività delle aziende e sulla qualità dei prodotti e dei servizi erogati.

Data di pubblicazione:

06/04/2021

Ultimo aggiornamento:

06/04/2021