Consulti, referti e assistenza per via telematica: così i percorsi di PMA diventano smart nell’emergenza Coronavirus

Parte in Puglia un progetto sperimentale per consentire la ripresa delle terapie per l'infertilità a distanza. 

Parte in Puglia un progetto sperimentale di tele medicina applicato ai trattamenti di Procreazione medicalmente assistita, per consentire alle coppie infertili di riprendere a distanza i programmi terapeutici momentaneamente sospesi dalle misure disposte dal Governo per contenere l’epidemia da Coronavirus.

 

E’ la Smart PMA, una proposta innovativa che coinvolge la Unità di medicina della Riproduzione del P.T.A. “F.Jaia di Conversano, insieme ad altre 7 Unità Operative di Medicina della Riproduzione di rilievo nazionale quali: AORN Sana Giuseppe Moscati (Avellino), ASST Papa Giovanni XXXIII (Bergamo), AOU Sant’Orsola  (Bologna), Ospedale Evangelico Internazionale (Genova), AOU Policlinico S.Martino (Genova), ASST Niguarda (Milano) Ospedale S.Pertini (Roma).

Il ricorso alla Tele Medicina consentirebbe l’erogazione di tutti i servizi di PMA indipendentemente dal luogo dove si trovino i soggetti coinvolti ricorrendo a reti fisse, wireless e mobili. Con queste nuove modalità che sfruttano la potenza della tecnologia gli operatori dell’unità operativa del centro PMA della ASL di Bari potrebbero procedere ad eseguire consulti, referti e altre forme di assistenza solo ed esclusivamente per via telematica, riducendo così al minimo gli assembramenti ad esempio nelle sale di attesa o in altri ambienti del P.T.A. Jaia.

Il Progetto è stato promosso da SIGO (Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia), società  che sta stilando un documento di indirizzo per gestire l’accesso e la circolazione dei pazienti infertili nelle strutture ospedaliere dedicate alle procedure di PMA, alla fine della fase di lockdown dettata dall’emergenza sanitaria.

 

Una volta definite le modalità di erogazione delle prestazioni di PMA a distanza, il modello di e-health potrebbe gettare le basi per costituire la rete regionale dedicata alla procreazione medicalmente assistita con la struttura di Conversano come centro hub ed essere anche trasferito e applicato ad altre specialità mediche che non prevedono prestazioni urgenti e indifferibili.

Trattandosi di dati sensibili, il trasferimento delle informazioni avverrà nel rispetto assoluto della privacy, e potrà avvalersi di una piattaforma certificata che presto sarà al vaglio della Direzione Generale della ASL e del Dipartimento Salute della Regione.

Per effetto dei provvedimenti restrittivi finalizzati al contenimento dei contagi Covid, nella struttura di Conversano – che eroga in media 700 trattamenti l’anno e oltre 7mila prestazioni ambulatoriali - è attivo attualmente soltanto il servizio di Oncofertilità mirato alla preservazione di gameti e/o ovociti in pazienti oncologici e quindi candidati per i trattamenti chemioterapici e/o radioterapici.

Il ricorso alla Tele Medicina consentirebbe invece di condurre a distanza anche consulti medici, ovvero verifiche sull’andamento dei trattamenti anche attraverso colloqui con il supporto del personale infermieristico che potrebbe trasmettere ai pazienti contenuti certificati dall’equipe medica.

La recente sospensione dei trattamenti di PMA – spiega il dottor Giuseppe D’Amato, responsabile della Unità di Medicina della Riproduzione di Conversano - ha finito con il gravare maggiormente sulle pazienti con bassa prognosi: vuoi per eta’ che per la ridotta riserva ovarica. E’ ragionevole dunque che questa fascia di popolazione debba venire sottoposta per prima ai trattamenti previsti, alla ripresa delle attività. Tra l’altro – prosegue il dottor D’Amato - le prestazioni di PMA potrebbero essere tra le prime la cui pratica potrebbe essere autorizzata, ciò in considerazione della loro bassa invasività e della loro ascrizione al rango dell’ambulatorio chirurgico”.

Data di pubblicazione:

06/04/2020

Ultimo aggiornamento:

06/04/2020