L' U.O.C. di Oculistica dell'Ospedale Di Venere diventa Centro Regionale Malattie Rare per il Cheratocono

Un nuovo ed importante riconoscimento per l’Unità Operativa dell’ Oculistica di Di Venere di Bari, che dallo scorso anno è entrata a far parte dei centri di riferimento malattie rare per la cura del cheratocono, delle distrofie e degenerazioni corneali.

La rete regionale di assistenza delle malattie rare della Puglia definisce i centri di riferimento come poli di riconosciuta esperienza che assicurano ai pazienti affetti da determinate patologie rare un percorso assistenziale organizzato e continuativo, sia per quanto riguarda la fase diagnostica che per il follow up.
“Il cheratocono è annoverata nell’elenco delle patologie rare, ma in realtà non è così infrequente: si stima infatti circa un caso ogni 2000 abitanti nella popolazione generale con una incidenza più alta in Puglia

 La diagnosi viene confermata mediante una serie di approfondimenti diagnostico-strumentali della cornea e con una mappatura corneale che è anche indispensabile per monitorare la progressione della malattia e per predisporre lenti a contatto su misura che possano correggere il difetto visivo. Da qualche anno la nostra Unità Operativa effettua una terapia innovativa parachirurgica volta a rinforzare la superficie corneale, chiamata cross-linking, (con tecnica epi-off ed epi-on iontoforetica) in grado incrementare la resistenza corneale. Se invece la cornea ha una cicatrice o è assottigliata a tal punto da impedire una visione accettabile, e ciò accade nel 10-20% dei casi, il cheratocono richiede un trapianto”. Il Cheratocono rappresenta la maggior causa di trapianto di cornea in Italia ed in Europa e la seconda negli USA

L’Oculistica del Di Venere di Bari è tra l’altro, un centro trapianti di rilievo tra quelli presenti nella regione Puglia. Nel nostro centro si effettuano tutti i tipi di trapianti corneali, compresa la lamellare descemetica con le sue varie tecniche esecutive ed endocheratoplastica: quest’ultimo tipo di trapianto è quello particolarmente indicato nel trattamento delle distrofie endoteliali e che ha praticamente sostituito nel 90% dei casi la cheratoplastica perforante. Il grande vantaggio, infatti, di questa tecnica è quello di conservare lo stroma della cornea del paziente e quindi di assicurare un risultato anatomico migliore e una netta riduzione dell’incidenza di rigetto. 

Data di pubblicazione:

19/02/2018

Ultimo aggiornamento:

19/02/2018