TangoArTerapyExperience

Riteniamo che questo laboratorio sia stato vissuto come un'esperienza profonda, come  un lavoro intenso;  e possiamo dirlo con le parole di  Angelo “il poeta” (un fruitore dell’esperienza) "stare tutti uniti nella stanza e non separati nella solitudine usata come un'arroganza", parole queste che ci impattano fortemente e ci convincono che questa è la strada da percorrere per "far breccia nel nostro fragile guscio". 

Noi riteniamo che il corpo sia narrazione prima di ogni parola, e il lavoro a mediazione artistico -corporea attraverso gli elementi essenziali del tango e delle performing art ci permetta di accedere primariamente a Sé insegnandoci  a sentirci con noi e con l’Altro.  Durante il laboratorio  si è evidenziato come,  con meno disagio, migliorando così le relazioni interpersonali, si sviluppano  fiducia e sicurezza in sé e nell'altro (vedi  come esempio, Pietro che ha  sperimentato così  maggiore  sicurezza, connessione ed  empatia). Inoltre il laboratorio di tango-arte-terapia sperimentandosi in diverse esperienze di prossiemica, ha permesso ad Angelo (DOC, con paura del contatto “non mi toccate”, ha detto il primo giorno) di articolare maggiormente le sue esperienze primariamente tattili di con-tatto diminuendo lo spazio interpersonale, in tutti i sensi.

Inoltre abbiamo lavorato sul recupero di  automatismi perduti, migliorato  la fluidità del movimento e la coordinazione nella gestione dello spazio soprattutto in casi di  tremore, rigidità, lentezza nei movimenti; sull’ autostima, sulla comunicazione e sulla socializzazione. 

Dott.ssa Immacolata d'Errico 

referente scientifico TangoArtherapy 

 

Non è stato quindi un laboratorio separato, una zona franca distinta dal resto ma al contrario questa esperienza indica come non sia possibile in un CSM frammentare gli interventi in un pulviscolo di denominazioni “dedicate” .

Il nostro lavoro è sostanzialmente un tutt’uno inscindibile: terapia- riabilitazione- socializzazione- lotta allo stigma coincidono in un'unica processualità narrativa. Così come non esiste la scissione mente-corpo ma un sé, non spiegabile solo in termini operazionali come il modello medico dei P.T.D.A. suggerisce, ma anche comprensibile in termini di percorsi di vita individuali, inseriti all’interno di contesti socio culturali determinati. Solo riconoscendo alla nostra disciplina la specificità che le è propria sarà possibile ottenere dei risultati, gli unici veramente “evidenti”, quelli sul versante della razionalizzazione delle risorse.

Il Referente CSM Area 6

Dott. Giuseppe Palomba  

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Data di pubblicazione:

26/04/2016

Ultimo aggiornamento:

15/07/2016