STUDIO DEL COLORE DELLA MUCOSA ORALE COME STRUMENTO DI PREVENZIONE ONCOLOGICA

Recentemente accettata per la pubblicazione sullo European Journal of Cancer Prevention una interessante ricerca condotta da sanitari di alcune Unità Operative dell'Osp. A. Perrino di Brindisi sullo STUDIO DEL COLORE DELLA MUCOSA ORALE COME STRUMENTO DI PREVENZIONE ONCOLOGICA

COMUNICATO STAMPA

LO STUDIO DEL COLORE DELLA MUCOSA ORALE COME STRUMENTO DI PREVENZIONE ONCOLOGICA?

Un interessante studio condotto dai sanitari di alcune unità operative dell'ospedale "A. Perrino" di Brindisi (Dott. Giuseppe Latini, Divisione di Neonatologia, Dott. Maurizio Portaluri, Servizio di Radioterapia con i suoi collaboratori Dott. Francesco Tramacere e Dott.ssa Antonietta Pignatelli, ed il Dott. Luca Grimaldi, Servizio di Fisica Sanitaria), è stato recentemente accettato per la pubblicazione sullo EUROPEAN JOURNAL OF CANCER PREVENTION.

Lo studio si è potuto realizzare grazie alla collaborazione multidisciplinare di altri ricercatori: Dott. Claudio De Felice della Neonatologia dell'Università di Siena, Prof. Ricardo Laurini dell'Istituto di Clinica Medica dell'Università di Tromsø in Norvegia, Dott. Alessandro Barducci dell'Istituto di Fisica Applicata del CNR di Firenze, Dott.ssa Maria Grazia Andreassi dell'Istituto di Fisiologia Clinica del CNR di Pisa – Lecce, e la Dott.ssa Giovanna Chitano dell'ISBEM di Mesagne.

Lo studio ha dimostrato la capacità di discriminare soggetti affetti da cancro da altri soggetti sani mediante la misurazione del colore di alcune parti della mucosa orale.

La riflettanza della luce in alcune specifiche aree della mucosa gengivale, fotografata con particolari tecniche, è stata misurata in un gruppo di soggetti con diagnosi di neoplasia maligna e confrontata con quella di un gruppo di soggetti apparentemente sani. I due gruppi avevano valori di riflettanza significativamente diversi.

Lo studio, per opera di un gruppo di ricercatori tra cui il dott. Latini, ha applicato ai pazienti affetti da tumore, una tecnica di cui si era dimostrata l'efficacia diagnostica in alcune malattie genetiche, come la S. di Down, la acondroplasia e la sindrome di Lynch.

L'ipotesi che ha spinto ad applicarla in altre patologie ritiene che nei soggetti affetti da tumore vi sia una modificazione sistemica del tessuto connettivo, e che questa sia responsabile di un cambiamento cromatico e quindi di una diversa riflettanza della luce.

Ampliando l'applicazione della metodica ad altri soggetti a rischio di sviluppare un tumore (forti fumatori, lavoratori esposti a cancerogeni, ecc.) si spera di poter offrire un valido strumento di diagnosi precoce.

I promotori della ricerca sperano di poter incontrare l'interesse dell'industria high-tech per mettere a punto la strumentazione di rilevazione e lettura del colore.

Comunicato Stampa a cura della Struttura di Informazione e Comunicazione Istituzionale della ASL BR.

Brindisi 12.01.2012

IL DIRIGENTE S.I.C.I.

Dott.ssa Giuseppina Scarano

Data di pubblicazione:

13/01/2012

Ultimo aggiornamento:

13/01/2016