16 maggio Giornata mondiale della celiachia

dedicata a una maggiore divulgazione di aggiornamenti di pertinenza per supportare il dialogo medico-paziente e la diagnosi precoce, aspetti fondamentali per garantire una migliore qualità della vita ai pazienti...segue

 5 sono tematiche legate alla celiachia:
 
1)     Le Forme atipiche
La celiachia è una malattia autoimmune che colpisce circa l’1% della popolazione mondiale. Si tratta di una patologia cronica dell’intestino tenue che causa una reazione immunitaria anomala al glutine, una proteina presente nel grano, nella segale, nell’orzo, nel farro e nel kamut.
Nel corso degli anni il quadro clinico della celiachia è mutato, arricchendosi di una grande varietà di sintomi.La eliachia non si manifesta più esclusivamente con i tipici disturbi gastrointestinali, ma anche con diversi sintomi extra-intestinali. Tra questi: emicrania, causata dall’anemia da ferro, osteoporosi, disturbi neurologici, spesso legati a carenze di vitamine del gruppo B, fino a disturbi della fertilità. A seconda del quadro clinico, la celiachia si distingue in varie forme: classica, sintomatica, subclinica, potenziale e refrattaria.
 
2)    La gestione nutrizionale
Attenersi per tutta la vita a un regime alimentare “gluten free” rappresenta l’unica terapia possibile in caso di celiachia o di altri disturbi legati al glutine. Quantità anche minime di glutine possono infatti danneggiare la mucosa intestinale, compromettendo il benessere del paziente. Tracce di glutine possono essere presenti negli alimenti raffinati più disparati, come per esempio salumi, condimenti a base di spezie, dolciumi, salsa di soia, seitan e birra.
I benefici di una dieta senza glutine sono facilmente riscontrabili da un paziente con diagnosi di celiachia: i valori degli anticorpi si normalizzano, la mucosa intestinale si rigenera, la sintomatologia intestinale scompare, il corpo è nuovamente in grado di assimilare le sostanze nutritive e lo stato di salute e la qualità di vita migliorano. Il periodo che intercorre tra l’adozione della dieta gluten free ed il miglioramento dei sintomi è variabile da individuo a individuo e può durare da qualche settimana fino a qualche mese.
 
3)    La dieta ideale
È possibile che una persona affetta da celiachia possa avere difficoltà nell’organizzare al meglio la propria dieta senza glutine, rischiando così di andare incontro a carenze di vitamine o minerali. La prima raccomandazione è quella di migliorare la dieta promuovendo un maggior consumo di alimenti di origine vegetale: ad esempio frutta, verdura, legumi, noci, cereali integrali e pseudocereali naturalmente privi di glutine.
 
4)    Integrazione e celiachia: i micronutrienti
È stato evidenziato come in pazienti affetti da celiachia, a causa dei danni occorsi alla mucosa intestinale prima dell’adozione di una dieta senza glutine, l’assorbimento di alcuni nutrienti possa essere compromesso, portando così a carenze nutrizionali. In particolare, i micronutrienti più frequentemente carenti sarebbero vitamina B12, ferro, vitamina D, zinco, magnesio e selenio, come testimoniato da recenti evidenze scientifiche. Tali carenze sono tipicamente presenti nei pazienti che hanno da poco ricevuto una diagnosi di celiachia e che devono adottare – o hanno adottato da poco – un’alimentazione senza glutine, ma possono verificarsi anche in pazienti celiaci di vecchia data, per cause ancora da chiarire. In questi casi, è fondamentale abbinare alla dieta senza glutine l’utilizzo di integratori alimentari specifici, in modo da garantire il corretto apporto di micronutrienti.
 
5)    Il ruolo del microbiota
Per microbiota si intende la popolazione di microrganismi che convivono in un ambiente in un determinato tempo. Dunque, con microbiota intestinale ci riferiamo all’insieme di batteri, virus, lieviti e funghi che popola il nostro intestino, contribuendo al mantenimento del nostro stato di salute. Recenti studi hanno documentato, in pazienti affetti da celiachia, un aumento di batteri potenzialmente patogeni, come alcuni ceppi di Bacteroides, Prevotella ed E. coli, ed una riduzione di batteri benefici, tra cui ceppi di Bifidobacterium e Lactobacillus.
Non è ancora chiaro se questo squilibrio tra specie pro- ed anti-infiammatorie sia la causa o la conseguenza dell’insorgenza della malattia. Tuttavia, sono stati ipotizzati alcuni meccanismi attraverso cui la disbiosi potrebbe favorire lo sviluppo della celiachia nei soggetti predisposti.
La supplementazione di probiotici selezionati, come alcuni ceppi di bifidobatteri e lattobacilli, è stata dimostrata poter ripristinare l’equilibrio del microbiota e migliorare i sintomi nei pazienti celiaci. I probiotici possono, infatti, influenzare il quadro clinico della celiachia attraverso tre potenziali meccanismi: digestione delle proteine del glutine, conservazione dell’integrità della barriera intestinale e mantenimento dell’omeostasi del microbioma intestinale.
 
 
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Inserito da :

URP COMUNICA a.2023

Data di pubblicazione:

16/05/2023

Ultimo aggiornamento:

16/05/2023