29 ottobre: giornata mondiale contro l'ictus
Il 29 ottobre si celebra, come ogni anno, la Giornata Mondiale contro l'Ictus cerebrale e la World Stroke Organization ha voluto per l'edizione 2020 focalizzare l'attenzione sulla prevenzione, lanciando l'hastag #DontBeTheOne: “1 persona su 4 verrà colpita da ictus nel corso della propria vita, non essere tu quella persona”.
Per la ASL Lecce quest'anno è particolarmente sentito perché ricorre l'anniversario del decimo anno dall'attivazione della Stroke Unit di Lecce. Inoltre il 24 Ottobre 2020 anche i 10 anni dal primo trattamento trombolitico, eseguito con successo su un paziente che oggi ha 58 anni e continua a svolgere una vita assolutamente normale.
Nel mondo ogni anno l'ictus cerebrale colpisce circa 15 milioni di persone, anche in Italia i dati sono preoccupanti: circa 100.000 persone/anno (un terzo delle persone colpite non sopravvive a un anno dall’evento, mentre un altro terzo sopravvive con una significativa invalidità).
Il numero di persone che attualmente vive in Italia con gli esiti invalidanti di un ictus ha raggiunto la cifra record di quasi un milione.
Altro aspetto di particolare rilievo, anche per l’impatto sulla spesa socio-sanitaria, è il dato secondo il quale ogni anno ben 10.000 casi di Ictus interessano una popolazione di età inferiore ai 54 anni di età: soggetti in piena età lavorativa per i quali l’impatto della malattia, in termini di riduzione dell’autosufficienza e di incidenza sui bisogni assistenziali, è particolarmente gravoso.
Questi sono sicuramente “numeri” che preoccupano, e che rappresentano l’impatto sociale ed economico che l’ictus ha sulla nostra società L'Osservatorio Ictus in Italia si propone quattro obiettivi prioritari da raggiungere nel prossimo decennio: ridurre il numero assoluto di casi di ictus nel nostro Continente del 10%; trattare il 90% o più delle persone colpite nelle Stroke Unit come primo livello di cura; favorire l’adozione di piani nazionali che comprendano l’intera catena di cura, dalla prevenzione primaria alla vita dopo l’ictus; implementare strategie di sanità pubblica che promuovano e facilitino uno stile di vita sano.
I fattori di rischio cardio-cerebrovascolari sono principalmente: l’età, la pressione arteriosa, la colesterolemia, l’indice di massa corporea, il diabete, la familiarità; le condizioni a rischio modificabili sono: l’ipertensione arteriosa, l’obesità, e l’ipercolesterolemia; fra gli stili di vita l’abuso di bevande alcooliche, l’abitudine al fumo e la sedentarietà.
Ferma restando l'importanza della prevenzione delle patologie cerebro e cardio-vascolari, il secondo punto su cui si può agire nel tentativo di combattere al meglio questa patologia è il fattore tempo: bisogna agire il prima possibile, appena si avvertono i primi sintomi che possano essere suggestivi di ictus cerebrale e contattare il 118 per attivare il “Percorso Stroke”.
In che cosa consiste?
Analogamente al Percorso Hub per l'infarto cardiaco, il paziente deve essere condotto tempestivamente presso la Stroke Unit più vicina, dove, dopo l'esecuzione di esami neuroradiologici mirati, potrà essere sottoposto al trattamento trombolitico endovenoso (infusione di un farmaco che ha lo scopo di sciogliere il trombo) o tromboendoarterioso (tramite un accesso periferico si raggiunge con una sonda il trombo e lo si aspira).
La Stroke Unit di Lecce è il riferimento per tutta la popolazione della provincia e ha registrato nel corso degli anni un incremento di trattamenti: si è passati da 18 trattamenti nel 2012 a 211 trattamenti nel 2019, di cui 146 Trombolisi endovenose, 36 trombolisi endovenosa+ endoarteriosa e 29 tromboendoarteriose.
L'età media dei pazienti con ictus rimane abbastanza stabile nel tempo, attestandosi intorno a 65 anni.
La durata media della degenza dei pazienti in Stroke unit si è ridotta nel corso degli anni, passando da 8 a 6 giorni in media. Nel 2020 (dati aggiornati al 26 Ottobre 2020) abbiamo registrato 114 trombolisi endovenose e 50 endoarteriose.
L'obiettivo è abbattere ulteriormente i tempi di accesso alla terapia per aumentare la percentuale di successo e quindi diminuire ulteriormente la disabilità, poiché “BRAIN IS TIME” ovvero “Il tempo è cervello”.
Nella foto il Team Stroke Unit del Vito Fazzi di Lecce diretta dal Dott. Leonardo Barbarini.
Inserito da :
U.O.S.D. Comunicazione e Informazione istituzionale
Data di pubblicazione:
29/10/2020
Ultimo aggiornamento:
03/11/2020
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