Al via a Nardò il progetto Su.Pr.Eme

Avviato da oggi anche a Nardò il progetto Su.Pr.Eme. Italia, inserito nell’ambito del Piano Triennale di contrasto allo sfruttamento lavorativo in agricoltura e al caporalato.

AL VIA IN SALENTO IL PROGETTO INTERREGIONALE SU.PR.EME. ITALIA Nardò, 5 agosto 2020.

È partito oggi 5 agosto anche nel Salento, dal campo Boncuri di Nardò, il progetto interregionale Su.Pr.Eme. Italia, già avviato in Puglia nella provincia di Foggia. Su.Pr.Eme. Italia (Sud Protagonista nel superamento delle Emergenze in ambito di grave sfruttamento e di gravi marginalità degli stranieri regolarmente presenti nelle 5 regioni meno sviluppate) si inserisce nell’ambito del Piano Triennale di contrasto allo sfruttamento lavorativo in agricoltura e al caporalato, in particolare tra gli interventi di natura emergenziale nelle aree che presentano maggiori criticità in Puglia, Calabria, Basilicata, Sicilia e Campania. Il progetto è finanziato nell’ambito dei fondi AMIF - Emergency Funds (AP2019) della Commissione Europea - DG Migration and Home Affairs. Il partenariato è guidato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali - Direzione Generale Immigrazione (Lead partner) coadiuvato dalla Regione Puglia (Coordinating Partner) insieme alle Regioni Basilicata, Calabria, Campania e Sicilia e l’Ispettorato Nazionale del Lavoro, l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni e Nova consorzio nazionale. La fase operativa avviata in Salento segue l'incontro formativo tenutosi ieri nella sala conferenze della Direzione generale della Asl Lecce con gli operatori del settore. A partire da oggi, un team multidisciplinare composto da un medico, un infermiere, un mediatore culturale, uno psicologo, assistenti sociali e legali e un tecnico della prevenzione, oltre che dalle associazioni Croce Rossa Italiana, C.I.R. e Camera a Sud, si sposterà con un’unità mobile direttamente negli insediamenti informali dei lavoratori migranti per rilevare i loro bisogni socio-sanitari, promuovendo la prevenzione e il contenimento del contagio da Covid-19, attraverso test sierologici rapidi e tamponi. Inoltre, il team sosterrà azioni di integrazione e autosufficienza e di partecipazione attiva alla vita sociale. «Questo progetto ha un valore aggiunto perché fornisce agli operatori la possibilità di leggere altri bisogni. Alle prestazioni che normalmente la Asl offre ai migranti, si aggiunge infatti qualità all'intervento grazie alla presenza di professioni che riescono a cogliere ciò che non è espresso, quei bisogni sommersi che, colmati, restituiscono dignità alla persona. Il dialogo e il confronto consentono anche di orientare i migranti tra i servizi offerti dalla Asl, quali le vaccinazioni e la prevenzione sanitaria», dichiara il direttore del Distretto Socio Sanitario di Nardò, il dottor Oronzo Borgia. È questo un progetto proposto da ARESS Puglia e fortemente voluto dalla Direzione della Asl di Lecce che, per tramite del Distretto Socio Sanitario di Nardò, in collaborazione con il Dipartimento di Prevenzione e Area Socio Sanitaria Asl Lecce, ha l’obiettivo di assistere e tutelare la salute dei cittadini di Paesi terzi, molto spesso vittime di sfruttamento lavorativo sul territorio e dei migranti che vivono in condizioni di grave vulnerabilità. Gli interventi in Salento sono stati resi possibili grazie al protocollo d'intesa tra Regione Puglia e Asl Lecce. Il progetto si intreccia in modo proficuo con gli obiettivi del protocollo di intesa fra Prefettura di Lecce, Regione Puglia, Provincia di Lecce, Asl Lecce e Comune di Nardò, ed altri attori impegnati nella lotta contro il caporalato e nella tutela dei lavoratori agricoli stagionali migranti ospitati nel campo di Boncuri a Nardò. «Attraverso l'apertura ai bisogni, alla possibilità di colmarli, passa, infatti, il processo di integrazione teso a favorire la tutela dei diritti dei migranti per una società più equa e più sicura. L’auspicio è dunque che, con il contributo della rete degli operatori coinvolti, il Progetto Su.Pr.Eme, possa migliorare le condizioni di vita dei cittadini migranti e favorire la loro integrazione nel tessuto sociale della nostra realtà territoriale», conclude il dottor Borgia.

Data di pubblicazione:

05/08/2020

Ultimo aggiornamento:

05/08/2020