La “Salento technique” premiata dal Ministero della Salute: un altro importante risultato dell’Ortopedia del “Fazzi”

Chirurgia del gomito post-trauma: un protocollo innovativo che restituisce al paziente mediamente il 97 per cento della forza. Efficacia riconosciuta dal Ministero. Continua l'importante collaborazione con l'Ircss "Rizzoli" di Bologna, che ha già prodotto l'elaborazione della tecnica "Grika"

Tecniche nuove “made in Salento” e qualità degli interventi chirurgici. Con la “Salento technique”, la cui efficacia è stata ufficialmente riconosciuta dal Ministero della Salute, l’Unità di Ortopedia e Traumatologia dell’Ospedale “Vito Fazzi” di Lecce, diretta dal dr. Giuseppe Rollo, aggiunge un nuovo importante risultato al bagaglio di esperienza accumulato negli ultimi anni.

Dietro al lavoro quotidiano di un reparto di prima linea, molto impegnato nel settore delicato dei grandi traumi e dei politraumi, è forte anche la capacità di affinare e migliorare le tecniche, nuove o già rodate che siano. Il caso della “Salento technique” è emblematico e racconta del processo di miglioramento continuo che tiene assieme la pratica clinica al lavoro d’équipe, da cui è scaturita l’elaborazione di un nuovo protocollo per la chirurgia del gomito. Si tratta, in particolare, di un intervento per il trauma del capo distale del bicipite in cui, diversamente dalle tecniche tradizionali, si procede alla reinserzione del tendine con una posizione più anatomica: questa tecnica restituisce al paziente mediamente il 97 per cento della forza nel movimento di flessione, estensione e prono-supinazione (rotazione) dell’avambraccio rispetto alla situazione antecedente al trauma. Un’innovazione di cui potranno giovarsi soprattutto pazienti giovani, poiché questo tipo di eventi traumatici si presenta più frequentemente in soggetti che fanno sport oppure sollevano pesi durante il lavoro.

La tecnica dell’équipe del “Fazzi” è stata menzionata dal Ministero della Salute – oltre che pubblicata sul Journal of Clinical Orthopaedics and Trauma - in quanto ideata in collaborazione con l’Unità Operativa di spalla e gomito dell’Ircss Rizzoli di Bologna, una realtà scientificamente all’avanguardia in campo ortopedico. Una collaborazione in atto da tempo e già capace di produrre la tecnica Grika, anch’essa applicata al gomito e con un’impronta marcatamente salentina. Sulla Grika, insieme al Rizzoli e all’Università di Amsterdam, è stato pubblicato sul più importante giornale scientifico americano di settore, il Journal of Shoulder and Elbow Surgery, un articolo scientifico dedicato ad un indice di allineamento nel post-operatorio delle fratture del gomito.

L’Ortopedia del “Fazzi”, inoltre, ha recentemente avviato una collaborazione con l’Università del Salento, Facoltà di Fisica, con l’obiettivo di creare un dispositivo per il trattamento delle fratture vertebrali osteoporotiche negli anziani. “Con il nostro lavoro – spiega il direttore Giuseppe Rollo - ci proponiamo come una realtà scientifica apprezzabile, didatticamente attiva e in grado di collaborare con istituzioni scientifiche a livello italiano, europeo e internazionale”. Nel 2018, ad esempio, l’Ortopedia leccese è stata l’unica realtà europea ad intervenire durante la sessione “trauma sperimentale” nell’American Academy of Orthopaedic Surgery, mentre più recentemente (nell’aprile 2019) è stata presentata a Tel Aviv la tecnica I.O.L.E. per il trattamento delle fratture complesse di femore nei pazienti pediatrici.

Rilevante, poi, il capitolo hi-tech legato all’affinamento della tecnica che prevede la realizzazione di protesi su misura in titanio nelle revisioni difficili dell’acetabolo, con il ricorso ai più moderni ritrovati della biotecnologia e l’impiego di Tac 3D: una casistica che ha consentito a Lecce di divenire centro d’insegnamento per le revisioni complesse acetabolari delle protesi d’anca. Indubbi i vantaggi derivanti dall’uso delle nuove tecnologie. Infatti, grazie ad uno studio Tac, all’impiego di algoritmi e alla stampa 3D, è possibile ottenere una fedele riproduzione del bacino che, da un lato, consente al chirurgo di procedere ad una corretta pianificazione pre-operatoria, dall’altro permette la ricostruzione dell’intero blocco che andrà reimpiantato nel bacino. Un blocco realizzato in titanio poroso, che ha il vantaggio di avere le stesse qualità di resistenza dell’osso e, in più, la capacità di integrarsi con l’osso stesso del paziente, quindi con minore rischio di complicanze intra e post-operatorie rispetto alle tecniche e ai materiali tradizionali. Il prossimo intervento del genere è in programma il 12 agosto: un altro passo avanti per l’Ortopedia del “Fazzi”.

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Ufficio Stampa

Data di pubblicazione:

26/07/2019

Ultimo aggiornamento:

26/07/2019