Nessun allarme aggressioni animali selvatici nei nostri allevamenti zootecnici

Il Siav Area Nord, in seguito ad alcuni articoli di stampa, tranquillizza i cittadini e gli addetti ai lavori rispetto ai danni causati dagli animali selvatici negli allevamenti zootecnici nel nostro territorio.
Da una rapida revisione della Banca Dati Nazionale del Sistema Informativo Veterinario, sistema nel quale, per legge, devono essere registrati “i capi morti in azienda” [tutti gli animali da reddito – bovini, ovini, caprini, suini, equidi, avicoli e api, ecc. presenti nelle aziende zootecniche della provincia di Lecce), si constata che gli ovicaprini morti dal 1 gennaio 2020 ad oggi nelle aziende ricomprese nel territorio della Macroarea nord della ASL di Lecce sono stati 90 su circa 32.000 capi presenti. Di questi, ad una prima rapida revisione, anche attraverso contatti diretti con gli allevatori, si riscontra che 50 sono capi morti per cause non attribuibili ad attacchi di animai selvatici o di cani vaganti. Dei 40 rimasti, è verosimile che una minoranza di casi siano riconducibili al fenomeno della predazione. Tuttavia, anche nell’ipotesi, non dimostrata, anzi statisticamente inverosimile, che vi siano stati 40 animali morti per predazione, si tratterebbe di un numero tanto esiguo, 0.125% della popolazione allevata, da non poter essere considerato un problema anche tenendo conto che, ormai da anni, vi sono norme che prevedono indennizzi per gli allevatori che perdono bestiame per fenomeni di predazione.

È certamente possibile che sull’altipiano della Murgia vi possano essere problemi rilevanti per la diffusa presenza di cinghiali e di piccoli gruppi di lupi e per il fenomeno del vagantismo dei cani.
Totalmente diversa la situazione nel territorio della provincia di Lecce.

Una corretta informazione nell’ambito del “Controllo delle popolazioni sinantrope e selvatiche ai fini della salute umana e dell'equilibrio fra uomo, animale e ambiente” (Regolamento Regionale n. 13 del 30/06/2009) e del “Controllo delle popolazioni selvatiche ai fini della tutela della salute umana e dell’equilibrio fra uomo, animale e ambiente” (DPCM 12/01/2017 allegato 1, lett. D, punto 12) è fondamentale soprattutto in tempi in cui i rapporti, perversi, tra l’uomo e la biodiversità sono considerati la causa della più grande emergenza sanitaria degli ultimi cento anni.

Inserito da :

U.O.S.D. Comunicazione e Informazione istituzionale

Data di pubblicazione:

11/12/2020

Ultimo aggiornamento:

11/12/2020