Dalla “schiavitù” della dialisi alla gioia del trapianto: la nuova vita di tre pazienti, grazie alla donazione d’organi

Nel Centro Dialisi del Distretto Socio Sanitario di Campi Salentina vengono seguiti 37 pazienti dializzati ma anche 15 trapiantati. Un "piccolo miracolo" che può avvenire solo grazie alla donazione d'organi

Dalla “schiavitù” della dialisi alla gioia del trapianto. Ha a che fare con la bellezza del ritorno alla vita, piena, libera e finalmente in buona salute, quanto accade ai pazienti dializzati che hanno la possibilità di affrontare il lungo e non semplice viaggio che li conduce ad accogliere un rene nuovo.

Piccoli “miracoli” che accadono anche nel Centro Dialisi del Distretto Socio Sanitario di Campi Salentina e che, ogni volta, regalano un sorriso agli stessi operatori sanitari: «Il 30 agosto – raccontano - ha ricevuto il trapianto di rene un nostro giovane paziente: con lui sono tre i pazienti trapiantati in quest’anno solare!».

Una bella notizia, tanto da far dire che «è un anno davvero memorabile, questo 2017, per i pazienti in trattamento presso il nostro Centro Dialisi». Tre pazienti trapiantati, rispettivamente di 33, 45 e 70 anni, di cui due erano in trattamento con Emodialisi Extracorporea nel Centro Dialisi di Campi ed uno in Dialisi Peritoneale al proprio domicilio. «Ognuno – sottolineano i sanitari - in buon compenso riguardo alla propria patologia e con soddisfacente attività di relazione e sociale».

Il trapianto, però, è un’altra storia. Cambia completamente la vita, perché si tratta della sostituzione della funzione renale nella sua complessità depurativa, endocrina, dell’equilibrio acido-base, della produzione dei globuli rossi, della composizione ossea, del controllo dei liquidi corporei e della pressione sanguigna. Insomma, di quella fucina vulcanica e sotterranea che sono i nostri reni.

«E’ una grande conquista per il paziente – aggiungono gli operatori del Centro Dialisi -, è una grande gioia per le rispettive famiglie, è un motivo di enorme soddisfazione per chi cura e segue queste persone, spesso anche per anni, lungo un percorso che vede al loro fianco medici nefrologi, infermieri specializzati, personale sanitario tecnico e di assistenza ed amministrativo, ciascuno con competenze ben precise».

Nasce così quel legame speciale, allo stesso tempo umano e professionale, che unisce il personale ai 37 pazienti che vengono sottoposti a dialisi nel Centro di Campi, due o tre volte alla settimana a seconda dei casi, e che può diventare il “visto d’ingresso” per il percorso complesso che dev’essere intrapreso per verificare l’idoneità all’intervento di trapianto renale, poiché sono necessarie numerose analisi, visite specialistiche ed esami strumentali adatti ad escludere patologie o controindicazioni specifiche.

Ciascun paziente idoneo, infatti, viene inserito in due liste d’attesa per il trapianto di rene, una presso il Centro Regionale dei Trapianti d’organo del Policlinico di Bari ed una presso un secondo Centro Trapianti in altra Regione a scelta del paziente. Presso il Laboratorio di Tipizzazione Tissutale di questi Centri vengono poi inviati, sempre a cura dell’Unità Operativa di Dialisi di appartenenza e con cadenza trimestrale, i campioni ematici dei singoli pazienti, allo scopo di valutare la compatibilità dell’organo da trapiantare. Ugualmente ogni tre mesi vengono inviati gli aggiornamenti clinico-laboratoristici; inoltre, a fine anno gli esami strumentali previsti dal protocollo per l’idoneità.

Nell’Ambulatorio Trapianti della piccola Unità Operativa di Campi, attiva dal 1990 e diretta dalla dr.ssa Elena Castrignanò, vengono seguiti 15 pazienti, trapiantati in vari Centri: Bari, Roma, Parma, Treviso e Verona. Il “legame speciale”, insomma, non si interrompe anche se la vita dei pazienti riprende a fluire. Compresa la possibilità che, grazie alla donazione, arrivino altre “sorprese”: «Fra questi pazienti uno, oggi ottantunenne e ancora in grado di dirigere la sua impresa insieme ai figli, ha ricevuto un trapianto da vivente (atto di grande generosità del coniuge) già da 24 anni e ben funzionante».

Purtroppo, però, non tutti i nefropatici idonei ed in attesa ricevono in tempi brevi un trapianto di rene, poiché la disponibilità degli organi è correlata alla cultura della donazione. Un messaggio che nel Centro Dialisi di Campi Salentina non si stancano mai di ripetere: «E’ possibile donare da vivente un rene al proprio familiare. Ed è possibile donare i reni dopo la morte». In fondo, basta poco per entrare nel novero dei potenziali donatori. Si può dichiarare la propria disponibilità alla donazione presso ogni struttura sanitaria distrettuale e anche in molti Comuni del Salento, in cui sono in corso le procedure per poter rilasciare questa dichiarazione all’atto del rinnovo della Tessera d’identità. Nel Centro Dialisi non hanno dubbi: «Amiamo e curiamo i nostri reni, anche pensando che possano divenire un dono per il prossimo».

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Ufficio Stampa

Data di pubblicazione:

10/10/2017

Ultimo aggiornamento:

10/10/2017