Il nuovo DEA sarà un punto di riferimento nella realtà sanitaria pugliese e del Sud

A fine agosto lavori ultimati. L’innalzamento della qualità tecnologica e della funzione altamente specialistica di un’opera che, in origine, nasceva come un padiglione dell’attuale “Fazzi”, fanno del nuovo DEA un ospedale innovativo e di prim’ordine. Chiusa con un accordo bonario anche la partita delle riserve: 6,4 milioni invece dei 57,6 richiesti dall’ATI

Con l’accordo bonario da 6,4 milioni di euro, rispetto ai 57,6 rivendicati, ASL Lecce ha messo una pietra tombale sulla vicenda delle riserve sollevate dall’ATI che sta realizzando il nuovo DEA di Lecce. Ed è una chiusura senza null’altro a pretendere e con cifre che rientrano ampiamente nel finanziamento originario dell’intera opera (117 milioni di euro previsti nell’Accordo di Programma stralcio del 2007), in linea con quanto previsto dall’art. 240 del Codice degli Appalti, Decreto Legislativo 163/2006.

Il Rup, infatti, ha avviato le procedure di accordo bonario ai sensi del comma 5 di tale articolo, in ragione della complessità dell’appalto e delle riserve formulate e, della comunicazione fornita dal Direttore dei Lavori ai sensi del comma 3 del medesimo art. 240, in quanto l’importo delle riserve richieste dall’impresa appaltatrice, ritenute in parte ammissibili, aveva superato la percentuale del 10% dell’importo contrattuale.

La Commissione, nominata nell’ambito della procedura avviata, dopo un approfondito esame della documentazione ha riconosciuto solo in parte le riserve.

Una circostanza che trova giustificazione nella serie di vicende che hanno contraddistinto l’appalto sin dall’avvio dei lavori nel dicembre 2012. Tale condizione si è di fatto protratta per un lungo periodo. Le presunte riserve sono maturate in questo lungo lasso temporale, protrattosi sino al giugno 2017 e nel quale la Asl ha peraltro cambiato il Rup. Dal luglio 2017, il nuovo ufficio del Rup, fortemente sostenuto dal Dipartimento della Salute della Regione Puglia, ha ridato slancio alle attività del cantiere, riuscendo progressivamente a neutralizzare le cause dei presunti danni e riconoscendo all’impresa costruttrice 4 perizie di variante, i cui lavori, oggi evidenti a tutti, hanno consentito di portare l’opera pressochè alla sua conclusione.

La sottoscrizione dell’accordo bonario riconosce, pertanto, in una quota ampiamente sostenibile una parte delle riserve avanzate dall’impresa appaltarice e, di fatto, fornisce le risorse economiche necessarie per consentire il completamento dell’opera entro agosto 2018. La Direzione Generale Asl Lecce ha imputato la spesa sul bilancio aziendale, in conformità ai regolamenti che disciplinano l’utilizzo di fondi ex art. 20 e, immediatamente, ne ha dato comunicazione all’assessore regionale alla Salute. Contestualmente, si è evidenziato che tali costi, peraltro ampiamente compresi nel quadro originario del finanziamento, potrebbero trovare ammissibilità nella stessa cornice dell’art. 20.

Inoltre, a tutto ciò si aggiunga il fatto che, considerando tale spesa ammissibile a finanziamento ex art. 20, restano 18 milioni sui 24 circa disponibili nel quadro economico dell’opera, da impiegare per un progetto di completamento definitivo necessario ad armonizzare la nuova opera nel contesto generale dell’Ospedale “Vito Fazzi” di Lecce e sul quale la ASL è in fase di avanzata elaborazione.

Ritardi e criticità del cantiere ora sono oggettivamente superati ed è possibile chiarire i costi e l’evoluzione di un’opera frutto di una progettazione pensata nel 2008, certamente con minori ambizioni e una dotazione tecnologica nettamente inferiore. La lievitazione del costo finale dell’opera da 62,538 milioni di euro a 75,4 va anche inquadrata in uno scenario progettuale e normativo profondamente mutato, sia dal punto di vista della programmazione regionale, sia per quanto riguarda le previsioni del DM 70 del 2015, in base ai quali l’Ospedale “Vito Fazzi “ di Lecce viene elevato a rango di DEA di secondo livello e dotato di servizi e attività che lo fanno diventare il punto di riferimento per l’offerta ospedaliera per la macro area Ionico-Salentina.

L’innalzamento della qualità tecnologica e della funzione altamente specialistica dell’opera che, in origine, nasceva come un padiglione dell’attuale “Fazzi”, fanno del nuovo DEA un ospedale innovativo e di prim’ordine. Basti pensare al Centro Cuore, al Centro Trauma, alla dotazione tecnologica di ultima generazione (Risonanza magnetica, Tac 256 slices, angiografi modernissimi), al blocco operatorio con 12 sale, oppure alla sala ibrida, risultato di un innovativo concetto basato sulla possibiità di interventi con équipe multidisciplinari. Tutto ciò, assieme a moltissime altre caratteristiche innovative, conferisce un ruolo di primo piano al nuovo Dea di Lecce nella realtà sanitaria pugliese e del Sud, rendendola una struttura in grado di competere alla pari con le migliori realtà nazionali.

In quest’ottica, la chiusura dell’accordo bonario così come l’innalzamento tecnologico e qualitativo dell’intera opera, insieme al progetto di completamento che mira a ricucire funzionalmente in un “unicum” il tessuto dell’area ospedaliera in cui insistono il Fazzi, il Polo Oncologico e il Dea, stanno comunque all’interno del perimetro disegnato dal finanziamento iniziale. Non si può tacere, tuttavia, il “valore aggiunto” di un’opera che nel tempo ha cambiato funzione e prospettiva strategica e che consegna alla comunità salentina un contenitore d’avanguardia, con tecnologie sanitarie elevate e, persino, una qualità degli arredi delle stanze di degenza di un livello inusuale a queste latitudini. Un Dea che, a giusta ragione, potrà occupare un ruolo centrale nella programmazione regionale degli Hub di secondo livello. Una prospettiva inimmaginabile soltanto nel 2008, ma che oggi è realtà.

Ottavio Narracci

Direttore Generale ASL Lecce

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Ufficio Stampa

Data di pubblicazione:

06/06/2018

Ultimo aggiornamento:

06/06/2018