Polo Oncologico, “apre” lo Spazio Benessere: al fianco delle terapie, per guarire dentro e fuori

Il volontariato e la ASL fanno squadra:

umanizzare le cure aiuta le persone a sconfiggere

il cancro. Anche con interventi estetici

che “nascondono” gli effetti dei trattamenti

Il cancro ti cambia dentro e fuori. Ed è per questo che lo Spazio Benessere inaugurato stamattina nel Polo Oncologico “Giovanni Paolo II” dall’arcivescovo Domenico Umberto D’Ambrosio e dal direttore amministrativo della Asl Lecce, Antonio Pastore (intervenuto al posto del febbricitante direttore generale Silvana Melli), potrà rivelarsi un grande seppur discreto alleato delle terapie classiche che, come noto, hanno effetti collaterali pesanti su corpo e psiche. Alleviare questo dazio da pagare, cancellarne o quanto meno “nasconderne” i segni è l’obiettivo di tutta una serie di trattamenti estetici dedicati specificamente ai pazienti oncologici. Interventi molto particolari perché, per una volta, capaci anche di rovesciare certi luoghi comuni e di guardare le cose da un altro punto di vista. Succede quando l’«apparire» porta in dote lo star bene con se stessi: col proprio corpo e con la propria mente.

Tutto questo sarà garantito dall'Associazione Fondo di Solidarietà Permanente "Cuore e mani aperte verso chi soffre" Onlus, che ha finanziato l’allestimento, all'interno dell'Unità Operativa di Day Hospital di Oncologia, di uno spazio benessere in cui opererà Elena Olgiati, estetista qualificata APEO (Associazione Professionale Estetica Oncologica).

«Questo tipo di trattamenti – ha detto Antonio Pastore – interviene esclusivamente sull’aspetto del benessere estetico della persona in terapia, ma con la consapevolezza che esiste una forte sinergia con le terapie mediche. Prendersi cura del proprio aspetto diviene occasione per ricaricarsi, dimenticando di essere paziente e ritornare a essere persona: al centro del progetto di terapia del sistema sanitario ma, soprattutto, protagonista della propria vita. Anche in oncologia, dunque, stiamo sperimentando con successo che cosa vuol dire umanizzare le cure, affrontando la patologia senza dimenticare la fragilità estrema in cui versano queste persone. La Sanità che stiamo costruendo, cioè, cura le persone oltre che le patologie: il cancro si sconfigge anche così. Lo sforzo – ha scandito Pastore - che chiediamo agli operatori è quello di aggiungere un sorriso al grande lavoro che già svolgono quotidianamente, consci che la buona Sanità si può fare anche al Sud ed è gratuita».

Temi particolarmente cari al vicedirettore medico del “Vito Fazzi”, Patrizia Ciminiello, che ha rimarcato «l’importanza, in una Sanità che cambia continuamente, di tenere sempre ben al centro il paziente», e al primario dell’Oncologia, Giammarco Surico, che ha sottolineato la «bellezza di questa iniziativa che nasce all’interno del Polo Oncologico». «Un centro – ha aggiunto - che è divenuto punto di riferimento regionale, grazie al lavoro multidisciplinare che coinvolge varie figure professionali e straordinarie competenze. È per questo che riusciamo a dare una Sanità al passo con i tempi: la Asl di Lecce, infatti, è l’unica in Puglia a fornire farmaci oncologici innovativi».

Ed è altamente innovativa anche l’idea dello Spazio Benessere, uno dei primi esempi del genere in Puglia, che nasce dalla prolifica mente di don Gianni Mattia, presidente dell’Associazione e cappellano del P.O. “V. Fazzi” da 18 anni. Proprio il suo vissuto quotidiano a strettissimo contatto con il dolore fisico e morale di quanti vivono un percorso di sofferenza e malattia, gli ha consentito di sviluppare in questi anni la sensibilità in grado di cogliere aspetti che appaiono, erroneamente, come secondari rispetto a quelli strettamente sanitari. «Chi vorrà usufruire di questo servizio assolutamente gratuito – ha sostenuto don Gianni Mattia nel suo intervento - sarà in buone mani. In questo spazio sarà possibile rendersi conto del significato di benessere bio-psicosociale, una definizione che racchiude tutto, anche il restituire dignità e umanità a questi pazienti che, con tutte le loro forze, vogliono uscire dalla gabbia della malattia e ora hanno un motivo in più per farlo».

Le persone che stanno vivendo la malattia oncologica e quelle in terapia di mantenimento hanno quindi il diritto di potersi “curare” da un punto di vista estetico e di poter fare affidamento su professioniste dell’estetica competenti. La terapia oncologica farmacologica (ad esempio chemioterapia, targeted therapy) e la radioterapia sviluppano infatti diverse tossicità cutanee come xerosi (pelle secca), prurito, desquamazioni, alterazioni ungueali, rash cutanei, sindrome mano piede (EPP), fotosensibilità. Ma possono provocare anche caduta di capelli o delle sopracciglia, gonfiori, cicatrici, tossicità cutanea, infiammazioni, ustioni e discromie.

Si tratta di effetti inestetici, dolorosi e invalidanti che toccano anche la sfera sociale e psicologica della persona in terapia, modificando la percezione che la persona ha della propria immagine, limitando la vita sociale e cambiando le proprie abitudini nella cura di sé. Per una buona reazione alla patologia sono indispensabili lo stato d'animo e la qualità della vita, pertanto questo progetto mira a garantire migliori condizioni di benessere per chi vive e affronta patologie di natura oncologica.

Nello Spazio Benessere sarà possibile l’utilizzo di cosmetici adatti e di protocolli di lavoro studiati e testati da personale medico. Un modo nuovo per aiutare le persone in terapia, effettuando trattamenti specifici manicure e pedicure, trattamenti viso e corpo mirati a prevenire e/o contenere i danni estetici da terapia oncologica, make-up correttivo e personalizzato. E ancora: consigli su come ritrovare un colorito uniforme, nascondere le occhiaie, ridelineare le sopracciglia, trattamenti su cicatrici, massaggi drenanti e decontratturanti (messi a punto in collaborazione con fisioterapisti che lavorano in campo oncologico). Le tecniche utilizzate migliorano lo stato psicologico, mentre la cura della patologia resta esclusivamente in capo alle professioni sanitarie. Insomma, un vero e proprio lavoro di squadra con al centro il paziente oncologico.

 

Inserito da :

Ufficio Stampa

Data di pubblicazione:

21/12/2016

Ultimo aggiornamento:

21/12/2016