Campagna sulla Shaken Baby Syndrome

Al via la prima campagna sulla shaken baby syndrome per informare i neo genitori sui rischi di scuotere con forza un bimbo quando piange. Promotrice dell’iniziativa GIADA – Gruppo Interdisciplinare Assistenza Donne e bambini Abusati del Giovanni XXIII di Bari, unico centro del Sud Italia ...

Partirà la prossima settimana, dal 20 al 25 novembre, la campagna di informazione su una forma di maltrattamento in Puglia ancora poco nota chiamata “Shaken Baby Syndrome” (o Sindrome del bambino scosso). Elaborando una serie di dati provenienti dagli USA, dove 30 bambini ogni 100.000 nati l’anno subiscono gravi danni a causa di questa forma di maltrattamento, GIADA (Gruppo Interdisciplinare Assistenza Donne e bambini Abusati) del Giovanni XXIII di Bari, unico centro del Sud ad aver contribuito a questa iniziativa della Fondazione Terre del Hommes e annoverato tra le eccellenza dell’Italia insieme con Piemonte, Lombardia, Veneto, Toscana, in questa attività, ha voluto portare all’attenzione dei neogenitori e degli adulti l’esistenza di questa forma di maltrattamento e le gravi conseguenze, anche mortali, di uno scuotimento violento ai danni del bambino. In Italia mancano dati ufficiali perché il fenomeno è poco noto e difficile da diagnosticare, ma è verificato che le forze generate dal movimento violento compiuto dall’adulto sul piccolo possono essere la causa di traumi fisici, neurologici e psicologici, in casi estremi, possono addirittura risultare letali provocando la morte del neonato.

 

Nasce con questo scopo la prima campagna nazionale per la prevenzione della Shaken Baby Syndrome dal titolo “Non Scuoterlo!” che si inserisce all’interno di un progetto più ampio, avviato nel 2012, per prevenire le tante e diverse forme di abuso e violenza che vedono come vittime i più piccoli. Strumenti chiave della campagna sono lo spot tv, che vede la presenza straordinaria dell’attore Alessandro Preziosi, che ha messo a disposizione gratuitamente la sua professionalità, e il sito di informazione e sensibilizzazione www.nonscuoterlo.it  che insieme contribuiranno a diffondere conoscenza della Shaken Baby Syndrome.

<La sensibilizzazione di chi si occupa ogni giorno dei bambini rappresenta la più importante strategia di promozione della salute psicofisica dei bambini. In particolare gli strumenti che abbiamo utilizzato in questa campagna sono efficaci misure di prevenzione primaria per la riduzione dell’incidenza dei rischi della SBS, poiché utilizzano messaggi corretti, semplici, chiari, credibili, positivi e con un forte impatto emotivo - afferma Maria Grazia Foschino, psicologa del GIADA – Gruppo Interdisciplinare Assistenza Donne e bambini Abusati del Giovanni XXIII di Bari -. Nella nostra esperienza abbiamo potuto verificare quanto la corretta informazione promuova i complessi cambiamenti delle convinzioni alla base delle condotte pericolose dei caregiver. Tuttavia, per chi è in condizioni di particolare vulnerabilità utilizziamo specifici protocolli psicologici di sostegno per favorire un parenting positivo>.

La campagna è condotta in collaborazione con Azienda Ospedaliero Universitaria Policlinico – Giovanni XXIII di Bari – Servizio di Psicologia - GIADA – Gruppo Interdisciplinare Assistenza Donne e bambini Abusati, Azienda Ospedaliero-Universitaria Città della Salute e della Scienza di Torino - Ambulatorio Bambi; Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico - SVSeD – Soccorso Violenza Sessuale e Domestica di Milano, Ospedale dei Bambini “Vittore Buzzi” di Milano, Azienda Ospedaliera di Padova - Centro Regionale per la Diagnostica del Bambino Maltrattato Unità di Crisi per Bambini e Famiglie, Azienda Ospedaliero-Universitaria Meyer - GAIA – Gruppo Abusi Infanzia e Adolescenza.

Le motivazioni dello scuotimento dei piccoli - Il pianto del bambino, nei primi mesi di vita, può risultare interminabile, inconsolabile e a volte insopportabile, al punto che il genitore, o chi si sta occupando del bambino, preso dal senso di frustrazione, rabbia e/o impotenza, può essere spinto a scuoterlo. Questo comportamento, se violento, può avere delle conseguenze gravissime, quali disabilità e addirittura morte del bambino. Un dato questo che potrebbe avere contorni anche più ampi a parere degli esperti per la difficoltà di fare una diagnosi tempestiva in quanto i bambini scossi spesso non mostrano lesioni esterne.

GIADA - Dal 2000 opera presso il Servizio di Psicologia dell’Ospedale Pediatrico Giovanni XXIII ed è costituito da un’equipe interdisciplinare che può contare su tutte le specialità mediche dell’Azienda. Le attività riguardano: diagnosi precoce e cura delle condizioni di violenza all’infanzia; assistenza psicologica e sociale, pediatrica e specialistica delle condizioni di rischio e di violenza sui minorenni; osservatorio ospedaliero sullo stress interpersonale acuto e cronico; ricerca; accompagnamento giudiziario e assistenza psicologica nel corso dell’escussione delle vittime e dei testimoni di minore età; consulto specialistico, anche a distanza, agli operatori dell’area materno–infantile su specifici e qualificati quesiti critici; formazione di base e specialistica; attività di prevenzione sulle diverse forme di violenza, in particolare sui pericoli per la salute associati alle violenze online; campagne di sensibilizzazione sui diritti dell’infanzia. L’accesso all’assistenza può avvenire in condizione di: urgenza-emergenza, ricovero programmato e regime ambulatoriale, anche su invio dei servizi territoriali (sociali e sanitari) o dell’autorità giudiziaria.

 

Sede: via Amendola 207- 70126 Bari

Tel. +39 080 5596827 info@giadainfanzia.it - www.giadainfanzia.it

 

Inserito da :

URP

Data di pubblicazione:

19/11/2017

Ultimo aggiornamento:

19/11/2017