Emiliano e Gorgoni in Commissione Salute

Fabbisogno di personale, appropriatezza e riparto dei fondi i principali temi trattati. 

Il primo tema trattato è stato la modalità di ricognizione dei fabbisogni di personale, da consegnare entro fine mese al governo da parte delle regioni per avere accesso alle 6000 assunzioni promesse dal governo, per far fronte alle conseguenze della direttiva europea sui turni. Ad un gruppo di lavoro ristretto delle regioni sarà affidato il compito di definire una griglia standard dei fabbisogni da poter proporre al ministero, salvo che in sede di conferenza dei presidenti non si decida diversamente.

“Ci siamo resi conto - dichiara Emiliano - che poche regioni, tra cui la Puglia, hanno una propria modalità tecnica di calcolo dei fabbisogni e, fra queste ultime, ci sono approcci diversificati. Per una esigenza di serietà sia scientifica che politica è necessario trovare una via comune e condivisa”.

Secondo punto all’ordine del giorno: il decreto appropriatezza. Il decreto entra in vigore dal 5 di febbraio e riguarda le 203 prestazioni individuate dal governo come inappropriate. L’applicazione del decreto ha due aspetti critici di fondo in tutta Italia: dal punto di vista informatico il sistema di ricerca dematerializzata non è ancora al passo col decreto, nel senso che i medici dovrebbero paradossalmente tornare a prescrivere sulla ricetta rossa. Secondo problema sul decreto riguarda la scarsa informazione fatta al cittadino per spiegare il perché una prestazione diviene inappropriata. Quindi dal punto di vista comunicativo la cittadinanza è del tutto impreparata. Per il presidente: “La partita alla fine si gioca tra medico e paziente e noi non possiamo lasciare soli né gli uni né gli altri a fronte di esigenze molto specifiche e concrete, anche per non compromettere quel rapporto fiduciario che è una risorsa e non deve diventare un problema”. La conseguenza più delicata del decreto riguarda la responsabilità erariale per i medici che prescrivano comunque le famigerate 203 prestazioni: “da qui – prosegue - la necessità di una proroga dell’applicazione oppure di una mitigazione temporanea delle sanzioni. In sede di conferenza dei presidenti, i governatori dovranno giungere a una posizione comune da presentare al governo”.

Terzo tema trattato il riparto del Fondo sanitario nazionale 2016: “Rispetto agli anni passati – spiega Gorgoni – c’è la disponibilità del governo nazionale a formalizzare dall’inizio dell’anno le risorse a disposizione per ciascuna regione per i servizi di salute. Ed è il vero valore aggiunto rispetto alla necessità – mai soddisfatta negli ultimi anni – di programmare per tempo risorse finanziarie e servizi sanitari”.

“La Regione Puglia guadagna sulla simulazione più di 70 milioni di euro rispetto allo scorso anno – conclude Emiliano – ma per una questione di equità assistenziale e per il solidarismo da noi concesso lo scorso anno, vogliamo di più. Rimane innegabile che l’attuale sistema di riparto non tiene conto delle peculiarità sociali del Mezzogiorno di Italia.

È come se il paese fosse un soggetto con una gamba rotta, il Sud, che non guarisce mai, e con una gamba sana, il Nord, che si irrobustisce e si tonifica anche per sopperire ai limiti dell’altra. Questa disparità non fa bene al Paese nel suo complesso che, anche con una gamba più forte, rimane pur sempre un soggetto claudicante. Per questo non ci limiteremo a batter cassa, ma ad essere interlocutori responsabili e propositivi”.

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Redazione regionale PugliaSalute

Data di pubblicazione:

03/02/2016

Ultimo aggiornamento:

03/02/2016