Svezzamento
Lo svezzamento rappresenta una fase importante nella crescita del neonato. È il momento in cui si introduce gradualmente una varietà di alimenti complementari al latte materno, permettendo così alle bambine e ai bambini di esplorare nuovi sapori e consistenze, e di soddisfare le loro crescenti esigenze nutrizionali. Per tale motivo lo svezzamento è conosciuto anche con il nome di alimentazione complementare.
Lo svezzamento è un percorso che deve essere affrontato con serenità e flessibilità, ascoltando i segnali del neonato e rispettando sempre le sue tempistiche. Rivolgiti al pediatra per ricevere un supporto personalizzato nella gestione delle esigenze nutrizionali nei primi due anni di vita.
Un'alimentazione equilibrata
La dieta mediterranea rappresenta la scelta migliore per lo svezzamento. È basata su un’alimentazione varia, equilibrata e ricca di nutrienti essenziali, e contribuisce a favorire la crescita e lo sviluppo delle bambine e dei bambini.
Entro i primi 7-8 mesi è consigliabile introdurre tutti gli alimenti allergizzanti, come la frutta a guscio, le uova, il latte vaccino, il pesce, il pomodoro e il grano. Questo passaggio, che deve essere graduale e rispettare il ritmo naturale del neonato, aiuta a ridurre il rischio che il bambino o la bambina sviluppi allergie in età adulta, come dimostrato da alcuni studi scientifici.
Il neonato deve aver maturato le funzioni neuromotorie, digestivo-metaboliche, immunitarie e renali, necessarie a consumare una varietà di cibi. Introdurre sapori diversi lo aiuta a sviluppare un rapporto positivo con il cibo e a costruire abitudini alimentari salutari che lo accompagneranno nel tempo.
Inizialmente gli si possono proporre pappe a base di cereali, come riso, mais e avena, ma anche verdure frullate e piccole quantità di proteine, ad esempio carne bianca, legumi ben cotti e passati, pesce senza spine.
Per quanto riguarda la frutta, può essere offerta sotto forma di purea oppure grattugiata. È importante evitare il sale e limitare l'uso di zuccheri aggiunti. Un approccio attento, infatti, aiuta a ridurre il rischio di sviluppare preferenze per alimenti troppo dolci o troppo salati.
Dopo il compimento del primo anno, è importante che il neonato acquisisca delle corrette abitudini alimentari, in particolare: non saltare mai la prima colazione, condividere almeno un pasto con tutta la famiglia e assumere cinque pasti al giorno. Queste abitudini concorrono in varia misura alla prevenzione dell’obesità in età adolescenziale, a una dieta più varia e salutare, e infine a una migliore regolazione della fame.
Il latte vaccino
L’introduzione del latte vaccino, ovvero quello prodotto dalle mucche, merita un’attenzione particolare per motivi legati ad aspetti nutrizionali e di salute. Essendo particolarmente povero di ferro, infatti, la sua precoce introduzione può interferire con l’assorbimento di questo nutriente minerale da altri alimenti; inoltre, l’elevato contenuto di proteine e sali minerali può sovraccaricare i reni dei bambini e delle bambine.
L’introduzione precoce può aumentare il rischio di reazioni allergiche e intolleranze ove vi sia una predisposizione. Un’eccessiva assunzione di latte e derivati, inoltre, è associata a un maggiore rischio di obesità.
Detto ciò, seguendo le corrette tempistiche dello svezzamento il latte vaccino può essere gradualmente introdotto come parte di una dieta equilibrata, purché si consumi anche una varietà di alimenti ricchi di ferro, come carne, legumi, verdure a foglia verde.
Il consiglio è limitare l’assunzione di latte vaccino fresco e intero (non scremato, né parzialmente scremato) a circa 500 ml al giorno dopo il primo anno di vita, ovvero l’equivalente di due tazze. In tal modo si evita che si sostituisca ad altre importanti fonti di proteine, come carne, pesce e uova.
Se il neonato continua ad essere allattato al seno dopo il primo anno, il latte vaccino può essere introdotto in quantità limitate o evitato del tutto, in base alle preferenze familiari e alle necessità nutrizionali.