CONVEGNO REGIONALE Prevenzione e controllo della Legionellosi nelle strutture turistico-ricettive
Cenni storici. La prima epidemia di legionellosi, verificatasi nel luglio del 1976 durante una riunione di legionari americani a Philadelphia, fece registrare oltre 200 casi con 34 decessi. L’agente etiologico fu isolato per la prima volta nel 1977 dal CDC di Atlanta che, ricordando la prima epidemia, lo indicò con il nome di Legionella pneumophila. In Italia il primo focolaio epidemico venne registrato nel 1978 sul Lago di Garda ed interessò 10 persone. Da allora le segnalazioni di casi, sia sporadici che epidemici, sono diventate sempre più frequenti.
Aspetti microbiologici. Legionella spp è un bacillo Gram negativo, intracellulare, idrofilo, in grado di colonizzare gli ambienti idrici di strutture pubbliche e private e, in particolare, i sistemi di distribuzione dell’acqua calda (docce, idromassaggi, piscine, ecc). In questi casi, la presenza di biofilm che si crea nel tempo, soprattutto in seguito a lunghi periodi di inattività o al ridotto flusso dell’acqua, può incrementare il grado di contaminazione. I moderni condizionatori non sembrerebbero essere incriminati come possibile sorgente di infezione, dal momento che non si verifica più il contatto tra aria e acqua di condensa, così come avveniva per quelli di vecchia generazione. La capacità di sopravvivenza di questo microrganismo dipende sia dalla temperatura dell’acqua (25-45°) che da alcuni parametri chimici (pH, cloro, ferro e rame) ed è strettamente correlata alla presenza di protozoi (Acanthamoeba) che costituiscono un habitat ideale per la sua riproduzione, proteggendolo dall’azione disinfettante del cloro.
Sorveglianza epidemiologica. Dal 1983 la malattia è sottoposta ad un sistema nazionale di sorveglianza istituito dall’ISS (SCARICA LA SCHEDA DI SORVEGLIANZA ). Dopo averla compilata, la scheda deve essere inviata via fax all’ISS (c.a. Dott.ssa Maria Cristina Rota 06.44232444 e Dott.ssa Maria Luisa Ricci 06.49902856) e all’Osservatorio Epidemiologico Regionale (c.a. Prof.ssa Maria Teresa Montagna 080.5478476). Dal 1990 la legionellosi rientra tra le malattie infettive e diffusive in classe II, per le quali sussiste l’obbligo di denuncia. Infatti, secondo quanto riportato dal D.M. 15-12-1990, il medico che fa diagnosi di malattia infettiva (per es. legionellosi) è obbligato a notificare il caso alle Autorità Sanitarie competenti, secondo il seguente flusso informativo: medico > Direzione Sanitaria Struttura Ospedaliera > ASL > Regione/OER > Ministero della Sanità/ISS/ISTAT. Tuttavia, da un punto di vista epidemiologico, la reale incidenza della malattia resta sconosciuta. In Italia il numero dei casi notificati è in continuo aumento, anche se tale trend in ascesa sembra legato più ad una maggiore attenzione nella diagnosi e segnalazione dei casi che ad un reale aumento dell’incidenza. Inoltre, nel 1986 è stato costituito un sistema di sorveglianza europeo, denominato EWGLI, attualmente coordinato dal PHLS di Londra. Il sistema raccoglie informazioni sui casi di legionellosi associati ai viaggi internazionali che si verificano nei 35 stati europei aderenti a tale programma. In questo contesto, il sistema di sorveglianza italiano (ISS) comunica all’EWGLI i casi di legionellosi acquisiti da cittadini italiani che si sono recati all’estero e, viceversa, riceve dall’EWGLI la notifica dei casi verificatisi in cittadini stranieri che hanno soggiornato in Italia. Le strutture recettive coinvolte nella segnalazione sono tenute ad effettuare i controlli sulla rete idrica e a procedere con la bonifica, al fine di evitare che l’EWGLI riporti sul sito internet il nome della struttura in questione.
Modalità di Trasmissione. La legionellosi viene normalmente acquisita per via respiratoria mediante inalazione di aerosol contaminato da microrganismi appartenenti al genere Legionella. La produzione dell’aerosol può avvenire attraverso l’uso di rubinetti o docce, i cui circuiti siano colonizzati dal batterio. Non è stata mai documentata trasmissione interumana, pertanto l’unica sorgente di infezione è l’ambiente. Fattori individuali (sesso maschile, età avanzata, fumo di sigaretta e consumo di alcool) e patologie predisponenti (broncopneumopatie cronico-ostruttive, malattie cardiovascolari e renali, diabete, immunodeficienza acquisita in seguito a trapianti d’organo, terapia con steroidi, infezione da HIV ecc.) sono alla base della diversa suscettibilità alla malattia da parte di persone esposte alla stessa fonte di contagio.
Manifestazioni cliniche. L’infezione può dar luogo a due diversi quadri clinici: la Febbre di Pontiac e la Malattia dei Legionari. La prima, dopo un periodo di incubazione di 24-48 ore, si manifesta in forma acuta senza interessamento polmonare, simil-influenzale e si risolve in 2-5 giorni. La Malattia dei Legionari, dopo un periodo di incubazione variabile da 2 a 10 giorni, si manifesta sotto forma di polmonite, con o senza manifestazioni extra polmonari, risultando a volte letale.
Metodi diagnostici. Poiché non vi sono sintomi specifici, la diagnosi deve essere sempre confermata dagli accertamenti di laboratorio. Il metodo diagnostico di elezione, ove possibile, è l’isolamento e l’identificazione del microrganismo da secrezioni respiratorie. Di più facile impiego risulta la ricerca dell’antigene solubile nelle urine (ELISA, ICT), che risulta positivo fino a 60 giorni dall’esordio della malattia e la ricerca di anticorpi specifici (IFA), quest’ultima indispensabile per verificare la sieroconversione e, quindi, confermare lo stato di malattia.
Prognosi. Tenendo presente che l’esito è fortemente condizionato dalle eventuali patologie concomitanti, di solito una terapia mirata con macrolidi e/o fluorchinolonici porta alla completa guarigione. La diagnosi etiologica risulta, pertanto, indispensabile.
Prevenzione. Sono disponibili tre documenti nazionali ai quali fare riferimento per il controllo e la prevenzione della malattia e della contaminazione ambientale:
1. Linee guida per la prevenzione e controllo della legionellosi - Gazzetta Ufficiale Numero. 103 del 5.5.2000; 2. Linee guida recanti indicazioni ai laboratori con attività di diagnosi microbiologica e controllo ambientale della legionellosi - Gazzetta Ufficiale Numero 29 del 5.2.2005; 3. Linee guida recanti indicazioni sulla legionellosi per i gestori di strutture turistico- ricettive e termali - Gazzetta Ufficiale Numero 28 del 4.2.2005.
Data di pubblicazione:
19/06/2012
Ultimo aggiornamento:
10/02/2016
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