Shaken Baby Syndrome: i risultati del Giovanni XXIII nel primo studio nazionale

La ricerca è stata realizzata nell’ambito del progetto “Non Scuoterlo!”, frutto della collaborazione tra la Fondazione Terre des Hommes Italia e la Rete Ospedaliera per la Prevenzione del Maltrattamento all’Infanzia.

La maggior parte dei genitori non sa che scuotere violentemente un bambino nei primi mesi di vita oltre che essere estremamente pericoloso può rappresentare una grave forma di maltrattamento fisico, noto come la Shaken Baby Syndrome. 
Il trauma cranico dovuto alla scuotimento violento, infatti, nei neonati può causare gravi danni cerebrali e, nei casi più gravi, la morte. 


La Dott.ssa Isabella Berlingerio, dirigente psicologo dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Policlinico - Giovanni XXIII ha partecipato alla redazione del primo studio nazionale su questo fenomeno, presentato a settembre dall’associazione Terre des Hommes Italia in collaborazione con la Rete Ospedaliera per la Prevenzione del Maltrattamento all’Infanzia, di cui dal 2019 il Giovanni XXIII fa parte. 


La ricerca non è che uno dei traguardi della prima campagna nazionale per la prevenzione della Shaken Baby Syndrome, dal nome “Non Scuoterlo!”  che, a sua volta, si inserisce in un percorso più ampio avviato nel 2012 tramite un progetto volto a prevenire le tante forme di abuso e violenza sui più piccoli. 


Il Dossier, oltre a rappresentare un importantissimo contributo per la sensibilizzazione dei Caregiver sul tema, contiene informazioni preziose per lo studio di questo fenomeno ormai tristemente diffuso, fungendo da supporto agli Operatori Sanitari per riconoscere tempestivamente i segni del maltrattamento. 

Scarica nella sezione documenti lo studio.

» Non Scuoterlo! Prima indagine sui casi di bambine e bambini vittime di Shaken Baby Syndrome in Italia
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Data di pubblicazione:

24/10/2023

Ultimo aggiornamento:

24/10/2023