A chi rivolgersi

La malattia di Parkinson (MdP) si può manifestare anche con una fase prodromica che comprende la comparsa di sintomi non motori quali stipsi ostinata, iposmia (difficoltà a percepire gli odori) e disturbi del sonno; questi ultimi, presenti in molte patologie,  hanno un elevato indice di correlazione con la MdP; generalmente sono rilevati dal partner che dorme con il soggetto il quale racconta che il paziente ha durante la notte delle fasi di agitazione durante le quali parla, grida, si agita, ha dei movimenti e dei comportamenti violenti; questi si manifestano nella fase REM del sonno, correlato con il periodo del sogno: è come se il paziente vivesse e raccontasse l’esperienza del suo sogno;

 

alla fase prodromica segue la comparsa di sintomi e segni motori quali la bradicinesia (lentezza nei movimenti spesso segnalata dai familiari), il tremore, la rigidità muscolare, una instabilità posturale;

 

in presenza dei sintomi sopradescritti il paziente si deve rivolgere al Medico di Medicina Generale (MMG) il quale, dopo aver valutato il paziente e aver confermato il sospetto diagnostico di malattia di Parkinson lo invia allo specialista  Neurologo  esperto in disturbi del movimento individuato nelle strutture ambulatoriali del distretto socio sanitario o del presidio ospedaliero di riferimento;

 

quest’ultimo esclusivamente attraverso l’osservazione del quadro clinico può confermare la diagnosi (escludendo altre patologie simili); eventualmente indicare quali indagini diagnostiche eseguire (T.C. cranio, RMN encefalo, SPECT cerebrale); prescrivere il trattamento terapeutico specifico.

 

Continuerà poi a valutare periodicamente il paziente, a seguirne gli effetti delle indicazioni terapeutiche fornite, a rilevare variazioni del quadro clinico eventualmente abbisognevoli di variazione della terapia e a indicare, ove necessario, il ricorso a terapie avanzate.

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