A che gioco stiamo giocando?

Ieri nel complesso universitario Studium 2000 di Lecce, sono stati illustrati i risultati del progetto di ricerca sul gioco d'azzardo tra gli studenti delle scuole superiori condotto dal Dipartimento dipendenze patologiche e dal Dipartimento di Storia società e studi dell'uomo dell'Università del Salento.

Il progetto ha individuato la scuola come contesto privilegiato per allargare lo sguardo sul tema del gioco d'azzardo dagli adolescenti ai loro sistemi di relazioni e per promuovere l'attuazione di strategie preventive di intervento, coinvolgendo il loro ambiente interpersonale (famiglia, insegnanti, coetanei).

Obiettivi del progetto: stimare la diffusione del gioco d’azzardo e del gaming problematico tra gli adolescenti (14-17 anni) del territorio salentino, analizzare il rapporto tra comportamenti di gioco e rappresentazioni connesse espresse dagli studenti e dalle loro famiglie (genitori e nonni), analizzare fattori psicosociali protettivi e di rischio esaminando le caratteristiche del contesto intersoggettivo e sociale degli studenti a rischio di ludopatia, raccogliere il punto di vista degli studenti e avviare una prima azione di sensibilizzazione sul tema.
La ricerca ha coinvolto in tutto 927 persone di cui 731 studenti, 169 genitori e 32 nonne/i.

Gli studenti frequentano 12 scuole di istituti comprensivi di Lecce e provincia, liceali, professionali e tecnici: del campione complessivo di studenti, il 41.5% è iscritto al primo anno, il 43.6 % al terzo il 14.9% al quarto anno.

Il questionario aveva lo scopo di esplorare: rappresentazioni e abitudini di gioco, livelli di implicazione nel gioco d’azzardo e nel gioco online, qualità percepita del contesto familiare e sociale, livelli di benessere psicologico, in modo da inquadrare e comprendere il tipo di rapporto con il gioco d’azzardo in un quadro psicologico più complessivo.

Il questionario dedicato ai genitori e ai nonni indagava solo parte delle dimensioni esplorate negli adolescenti, ovvero la rappresentazione del gioco d’azzardo, le abitudini di gioco e il funzionamento familiare.
Ecco i principali risultati del progetto di ricerca.
L’opzione “non gioco d’azzardo” viene scelta dal 64.3% degli studenti.
Le attività di gioco d’azzardo più praticate sono il gratta & vinci (16.6%) e le scommesse sportive (16%). Percentuali inferiori si riscontrano con il poker (4.5%), il bingo (3.6%), carte o tombola (2.5%), slot machine (2.1%), Casinò online (1.6%) e Lottomatica (1.4%).
L’opzione “non gioco d’azzardo” viene scelta dal 69,70% dei famigliari .
I giochi preferiti, in ordine di scelta, sono il Gratta & Vinci (14.40%), le scommesse sportive (10,90%), la lottomatica (4,50%), le Slot machine (3%), il casinò online, le carte (1.50%), il poker (1%) e infine il bingo (0.50%).
Il 23% degli studenti presenta un profilo a rischio (15% a basso rischio; 5.7% a rischio moderato e 1,8% con un livello di ingaggio problematico).
Non risultano differenze significative nel livello di ingaggio nel gioco d’azzardo tra i tre indirizzi di studio e tra classi prime, terze e quarte.
La scala utilizzata per la valutazione del gaming problematico, la Gaming Addiction Scale (GAS), distingue in modo dicotomico tra dipendenza e non dipendenza. Il 3.8% degli studenti del campione complessivo sembra essere coinvolto in un problema di dipendenza da videogiochi.
Circa il 63% del campione di studenti dichiara di giocare tra  le 2-3 ore (36.1%) alla 4-6 ore al giorno (26.8%). Il 26.4% più di 6 ore al giorno.
Tra le ragioni che spingono al 'gioco': la possibilità di guadagnare più soldi è in assoluto l’opzione più scelta dagli studenti (51%), seguita dalla possibilità di distrarsi da altri problemi (31.3%) e dal fatto di essere considerata un’attività eccitante (9.3%) oppure un passatempo divertente (7.7%). Solo lo 0.7% pensa che possa essere un modo per socializzare.
Il 67.7% dei nonni indica come più importante la possibilità di avere guadagni, seguita dal 54.90% dei genitori e dal 51.00% degli studenti. La possibilità di distrarsi da altri problemi è invece più alta tra gli studenti (31.30%) e tra i loro genitori (32.30%)
La ricerca rileva una differenza significativa sul punteggio medio complessivo di rischio percepito nelle tre generazioni: gli studenti sembrano avere una percezione del rischio più bassa rispetto ai loro genitori e molto più bassa rispetto ai nonni.

Una percentuale compresa dal 12% al 13% di tutte e tre le generazioni si dichiara contraria alla possibilità di richiedere aiuto, anche laddove riconoscere un problema con il gioco d’azzardo. Rispetto agli impedimenti alla richiesta di aiuto, trasversalmente ai gruppi le opzioni più scelte sono: “Avrei paura di essere giudicato” (55.80%) e “non saprei a chi rivolgermi” (20.50%).
La Supervisione Familiare (valutata con la “Parental Monitoring Assessment”) sembra essere percepita molto più alta dai genitori rispetto ai figli.
Alla scala è stato aggiunto un item per valutare anche il grado di supervisione nella spesa dei soldi (I miei genitori sanno come spendo i miei soldi/ So come mio figlio/a spende i soldi) Anche in questo caso la differenza si mostra significativa nella percezione di genitori e studenti
Anche per quanto riguarda la supervisione online si registra una differenza significativa con una maggiore supervisione percepita da parte dei genitori.
Gli studenti rispetto ai genitori percepiscono maggiore Supporto sociale e maggiore Senso di comunità ma meno fiducia nel futuro.

Author :

UOSD Comunicazione e Informazione istituzionale

Publication date:

11/03/2022

last update:

11/03/2022