A Gallipoli nasce il MuSMeS, Museo di Storia della Medicina del Salento: tributo alla Sanità e alla tecnologia, il primo in un Ospedale operativo

Il saluto del presidente Emiliano: “Stiamo risolvendo i nodi della Sanità salentina grazie alla condivisione e al dialogo, lontano dai clamori e dalle polemiche. La nuova Sanità sarà 4.0, ricca di tecnologia, di strumenti e, in più, con la partecipazione delle persone che hanno diritti che noi vogliamo realizzare, come fatto anche a Gallipoli"

La Medicina di ieri e di oggi. Nasce a Gallipoli il MuSMeS, Museo di Storia della Medicina del Salento: uno dei primi esempi in Italia, forse l’unico, realizzato in un Ospedale pienamente operativo. A tagliare il nastro, ieri 27 maggio, il direttore generale ASL Lecce, Silvana Melli, che ha creduto fortemente in questo progetto, il direttore amministrativo Antonio Pastore, il sindaco di Gallipoli Stefano Minerva e, idealmente, il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, collegato via skype, ma rappresentato in sala dal consigliere regionale Ernesto Abaterusso.

“Stiamo risolvendo – ha detto il presidente – i nodi della Sanità salentina grazie alla condivisione e al dialogo, lontano dai clamori e dalle polemiche. La nuova Sanità sarà 4.0, ricca di tecnologia, di strumenti e, in più, con la partecipazione delle persone che hanno diritti che noi vogliamo realizzare, come fatto anche a Gallipoli, grazie al lavoro costante di amministratori che guardano al bene comune e non ai particolarismi. Vi abbraccio tutti e tutte”. Via skype l’invito del dg Melli “la sala è piena, ti aspettiamo per la prossima occasione” e il saluto del sindaco Minerva: “Questo ospedale – ha ricordato - è un pezzo della vita di chi ci è passato come paziente e di chi ci ha lavorato. E’ la nostra “casa”, sta crescendo e migliorando anche grazie alle scelte di Emiliano, che la comunità gallipolina ringrazia. Abbiamo fatto battaglie per la salute e il territorio, non di campanile. La salute è la cosa più importante della vita, un ospedale di primo livello e all’altezza del suo compito vuol dire una comunità più serena, medici e infermieri che lavorano non solo per dovere ma per una missione importante al servizio del territorio”.

Un giorno di festa, insomma, che è il frutto di un cammino lungo 13 anni, dall’idea al taglio del nastro, e della passione che ha animato un manipolo di cultori della medicina e della memoria ispirati da Enrico Viola e Fausto Gatto. Capaci, tutti insieme, di raccogliere, catalogare e sistematizzare una notevole quantità di strumenti, macchinari e oggetti sottratti alla cronaca polverosa e consegnati al lustro della Storia.

Un Museo, in fondo, è questo: un “luogo di cura” della memoria. Ed è ancora più vero per chi ha immaginato di farne uno dedicato alla storia della medicina e, soprattutto, di realizzarlo in un luogo in cui medici, infermieri, tecnici e operatori lavorano quotidianamente. Un tributo alla medicina e alla tecnologia che l’ha supportata e sostenuta nel tempo, connubio “vivente” per raccontare la sanità senza perderne di vista l’intimo legame col passato. Perché, come avverte nell’opuscolo di presentazione il presidente dell’Accademia di Arte Sanitaria Gianni Jacovelli, “il popolo che non conserva la memoria del proprio passato e disperde i segni della propria storia, rischia di smarrire la propria identità”.

Di qui il filo logico e culturale che innerva l’idea stessa di “costruire” un museo dal nulla, aguzzando l’ingegno anche per reperire fondi senza pesare sulla ASL (grazie alla vendita delle lastre radiografiche inutilizzate o errate, che contengono argento), e di consegnarlo alla fruizione della comunità. «Il Museo realizzato nel cuore di un ospedale funzionante – le parole del dg Silvana Melli - è un messaggio di sicurezza per la popolazione, di consapevolezza che la tutela della salute umana si è arricchita di un forte sostegno che viene dalla scienza e dalla tecnologia. Scienza e tecnologia, così come portano l’uomo su altri pianeti, arricchiscono nel nostro la funzione di tutelare la salute di tutto ciò che è esistenza vitale. Ed è meritorio – sottolinea ancora il direttore generale - che idee così moderne ed universali provengono, come spesso accade, da territori del Sud d’Italia e sono rivolte a tutti. Proprio a tutti, non solo ad un Paese ma ovunque nel mondo si pratichi la medicina. Perché il medico, il sanitario e tutte le professioni che collaborano per la tutela della salute umana ed animale si servono ormai in maniera determinante della tecnologia, sviluppatasi progressivamente dopo la seconda guerra mondiale. La dimostrazione visibile di questa nuova qualità della cura è in questo Museo che si apre agli studiosi, agli storici ma anche agli studenti di ogni ordine e grado».

Questo percorso – ha spiegato Enrico Viola, presidente del Comitato organizzatore - «trae spunto dalla considerazione spontanea che nasce alla vista delle numerose, imponenti e sofisticate apparecchiature sanitarie delle quali sono dotati gli Ospedali di tutto il mondo. Ormai – spiega ancora Viola - non può essere compiuta attività sanitaria senza il contributo, spesso determinante, della tecnologia che per alcune patologie pare sostituire proprio l’attività medica mediante la robotica. Appunto, il filo storico della cura della salute vede, in estrema sintesi, l’impegno dell’ingegno umano finalizzato a trovare i sistemi per scoprire le cause delle patologie ed i mezzi per curarle».

Nell’Ospedale “Sacro Cuore di Gesù” di Gallipoli sono state quindi raccolte alcune delle apparecchiature sanitarie effettivamente utilizzate nel nosocomio in oltre cinquant’anni d’attività e non solo in esso, in quanto qualche apparecchio ed un antico scheletro provengono anche da Ospedali di Taranto, perché il Museo è, appunto, del Salento. L’esposizione occupa un ampio salone del Padiglione Centrale dell’Ospedale, con le pareti in vetro per cui è visibile per i visitatori ed i degenti e contiene un piccolo patrimonio costituito da 141 apparecchiature scientifiche, oltre a vario strumentario.

L’inaugurazione è stata anche l’occasione per visitare le tre nuove sale chirurgiche del blocco operatorio, appena rinnovate, gli ambulatori specialistici, gli ambienti del “Codice Rosa”, il nuovo servizio del Pronto Soccorso dedicato alle donne e ai minori vittime di violenza e quindi il Centro Antiviolenza e il nuovo Urp, che sarà più a stretto contatto, anche visivo, con gli utenti. «Grandi e piccoli interventi – ha sottolineato il dg Melli – che abbiamo legato all’inaugurazione del Museo per dar conto, concretamente, di una Sanità che evolve in meglio. Siamo partiti da Gallipoli ma, naturalmente, questi interventi di restyling sostanziale saranno realizzati anche negli altri Ospedali della nostra Asl». Concetto rinforzato dalle cifre fornite dal direttore amministrativo Pastore: “Sono in arrivo 126 milioni di euro di fondi Fesr per la Sanità salentina, nuove tecnologie, un piano assunzionale Asl da 1200 posti: tutto ciò è il biglietto da visita della sanità che stiamo realizzando”. E infine i complimenti di Abaterusso, a nome della Regione: “In due anni, in questo ospedale, è cambiato il mondo: ora non vi fermate, andate avanti!”.

 

Il Comitato organizzatore del Museo

E’ presieduto dall’ex direttore amministrativo della ASL avv. Enrico Viola ed è composto dal dott. Fausto Gatto (ex direttore amministrativo dell’Ospedale di Gallipoli), dal dott. Nicola Filograna (primario radiologo), dal geom. Giuseppe Albahari (responsabile dell’ufficio tecnico), dal dott. Antonio Coluccia (dirigente medico del Distretto Sanitario) e dalla funzionaria Maria De Giorgi. Il Comitato Scientifico è presieduto dal dirigente medico dell’epoca dott. Bruno Falzea e composto da autorità scientifiche ed esperti ai più vari livelli.

 

Il logo del Museo

È stato realizzato gratuitamente dagli allievi della Scuola Statale d’Arte “Enrico Giannelli” di Parabita, coordinati dal prof. Otello Serra e dal dirigente scolastico prof. Cosimo Preite.

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Ufficio Stampa

Data di pubblicazione:

28/05/2017

Ultimo aggiornamento:

28/05/2017