Ambiente e Salute, riunito il Coordinamento della Rete di Prevenzione Oncologica Leccese

Il direttore De Filippis:

«La nostra esperienza

può diventare

patrimonio di tutti»

La Rete di Prevenzione Oncologica Leccese (Re.POL) intende riprendere la sua attività. La riunione tecnica tenuta ieri mattina, 21 novembre 2016, nel Dipartimento di Prevenzione della ASL di Lecce, motore della Re.POL, è servita a fissare alcuni punti fermi: a partire dalla grande mole di lavoro svolto e dalla volontà di non disperdere competenze ed esperienze acquisite sul campo. Con l’obiettivo di farle diventare patrimonio condiviso a livello regionale.

«Il coordinamento – spiega il direttore del Dipartimento di Prevenzione Giovanni De Filippis – si è riunito perché c’è la necessità di riprendere l’attività. Naturalmente è necessario capire se da parte della Regione Puglia ci sia la volontà di continuare l’esperienza del Centro Salute e Ambiente (CSA) oppure di modificarne il profilo, gli obiettivi e le prospettive. In tutto ciò rientra anche il progetto Jonico-Salentino, di cui è parte attiva la ASL assieme ad altri soggetti istituzionali come l’Università del Salento».

Alla riunione sono intervenuti esperti, tecnici, docenti, dirigenti e borsisti che hanno animato la Re.POL sin dal 2013, quando è partita come iniziativa locale mettendo in rete enti tecnici, scientifici e amministrazioni locali per studiare le diverse matrici ambientali (acqua, aria, suolo), le abitudini di vita e di lavoro e comprendere la correlazione tra effetti dell’azione sull’ambiente e conseguenze sulla salute. Tutto ciò a partire dai dati allarmanti sull’aumento di tumori a carico del polmone e della vescica, in particolare negli uomini, nella provincia di Lecce, «un territorio che non ha grandi impianti industriali – ha ricordato De Filippis – ma sta proprio in mezzo tra Taranto e Brindisi».

Gli sviluppi successivi hanno poi portato il progetto leccese ad essere inglobato in uno scenario più ampio, il CSA appunto, ad un livello sovraterritoriale e regionale. Sul cui futuro ora ci si torna a interrogare. «Il nostro Report pubblicato nel febbraio 2016 – spiega De Filippis – ha acceso una luce nuova sul rapporto tra Ambiente e Salute, grazie alla raccolta di dati e alla volontà di confrontarci con le realtà territoriali e di dare risposte alle legittime richieste dei cittadini. L’ASL di Lecce ha così recuperato un gap pesante rispetto a questi temi e oggi è in grado di poter leggere le problematiche ambientali in connessione con le ricadute sanitarie, a partire dalla battaglia per la decarbonizzazione».

Sul tavolo, già pronto ed operativo, c’è il modello Re.POL: «In esso – aggiunge De Filippis – convergono gruppi di lavoro, studi, progetti, il rapporto con le Oncologie e realtà territoriali, insomma una metodologia altamente inclusiva su cui il prossimo 22 dicembre 2016 tireremo le somme di una lunga e difficile elaborazione, che sarà garantita grazie alla collaborazione con il CNR di Pisa. Nel frattempo – conclude De Filippis – già il 25 novembre prossimo saremo a Roma per un workshop aperto a tutte le strutture Asl pugliesi, segno che la nostra esperienza ha in sé un valore aggiunto che può diventare patrimonio di tutti».  

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Ufficio Stampa

Data di pubblicazione:

22/11/2016

Ultimo aggiornamento:

22/11/2016