Come comportarsi in casi di incontro e contatto con i lupi
Indicazioni su come comportarsi in casi di incontro e contatto con i lupi nel territorio della provincia di Lecce.
La popolazione di Lupo Italiano (Canis Lupus) è in crescita principalmente per due motivi: le norme in materia di protezione del Lupo risalenti al 1971 e lo spopolamento delle campagne che ha creato ampie aree favorevoli all’espansione delle popolazioni.
Un altro fattore cha ne ha favorito la diffusione è stato l’incremento delle popolazioni delle prede naturali (cinghiali, caprioli, cervi, daini, ecc.).
Gli allevatori si sono ritrovati sostanzialmente impreparati alla ricomparsa di un grande predatore, in particolare in aree dove la specie Lupo era scomparsa da decine e decine di anni. Analogamente impreparati e talvolta spaventati sono i cittadini che è nostra premura tranquillizzare e indirizzare nei comportamenti attraverso i nostri Servizi veterinari.
Esiste certamente un problema di convivenza con un grande predatore che, grazie alla sua elusività e alle sue abitudini notturne, si manifesta spesso soltanto attraverso i danni che procura, come le predazioni su animali domestici.
Sul rischio per l’incolumità delle persone è bene precisare e rassicurare sul fatto che gli attacchi agli uomini sono rarissimi e sono causati fondamentalmente da tre cause scatenanti:
1) lupi affetti da rabbia (malattia non presente in Italia e per la quale, in ogni caso, vi è una strettissima sorveglianza veterinaria)
2) lupi che si difendono o che difendono cucciolate. Raccomandiamo ai cittadini di non disturbare né avvicinare gli animali selvatici anche se appaiono in difficoltà. In questi casi, occorre allertare gli Enti competenti come Carabinieri Forestali e Centri di Recupero Fauna. Raccomandiamo inoltre di non avvicinarsi mai, né di toccare un animale selvatico, vivo o morto.
3) lupi che perdono il naturale timore nei confronti dell’uomo per esempio perché artificialmente alimentati.
Regola fondamentale per la convivenza con gli animali selvatici è quella di non alimentarli sia per tutelare il loro benessere (difficilmente saremo in grado di soddisfare le loro esigenze nutrizionali) sia per non alterare la loro biologia (cucciolate più numerose in un territorio che naturalmente potrebbe offrire sopravvivenza per pochi individui) ma soprattutto per non alterarne il comportamento nei confronti dell’uomo. Una maggiore confidenza può portare al superamento di “distanze di sicurezza” con possibili reazioni imprevedibili da parte di animali selvatici naturalmente predatori e potenzialmente letali per l’uomo.
La recente emergenza per la diffusione della peste suina africana sul territorio nazionale ha reso ancor più cogente il divieto di alimentare artificialmente gli animali selvatici per evitare il rischio di diffondere ulteriormente la malattia.
Il Comando Provinciale dei Carabinieri Forestali ricorda che il Lupo (Canis Lupus) è una specie particolarmente protetta ai sensi della Legge 157/1992. La Legge prevede l’arresto da due a otto mesi o l’ammenda da 750 a 2.000 euro per chiunque abbatta, catturi o detenga esemplari della specie Lupo.
Un altro fattore cha ne ha favorito la diffusione è stato l’incremento delle popolazioni delle prede naturali (cinghiali, caprioli, cervi, daini, ecc.).
Gli allevatori si sono ritrovati sostanzialmente impreparati alla ricomparsa di un grande predatore, in particolare in aree dove la specie Lupo era scomparsa da decine e decine di anni. Analogamente impreparati e talvolta spaventati sono i cittadini che è nostra premura tranquillizzare e indirizzare nei comportamenti attraverso i nostri Servizi veterinari.
Esiste certamente un problema di convivenza con un grande predatore che, grazie alla sua elusività e alle sue abitudini notturne, si manifesta spesso soltanto attraverso i danni che procura, come le predazioni su animali domestici.
Sul rischio per l’incolumità delle persone è bene precisare e rassicurare sul fatto che gli attacchi agli uomini sono rarissimi e sono causati fondamentalmente da tre cause scatenanti:
1) lupi affetti da rabbia (malattia non presente in Italia e per la quale, in ogni caso, vi è una strettissima sorveglianza veterinaria)
2) lupi che si difendono o che difendono cucciolate. Raccomandiamo ai cittadini di non disturbare né avvicinare gli animali selvatici anche se appaiono in difficoltà. In questi casi, occorre allertare gli Enti competenti come Carabinieri Forestali e Centri di Recupero Fauna. Raccomandiamo inoltre di non avvicinarsi mai, né di toccare un animale selvatico, vivo o morto.
3) lupi che perdono il naturale timore nei confronti dell’uomo per esempio perché artificialmente alimentati.
Regola fondamentale per la convivenza con gli animali selvatici è quella di non alimentarli sia per tutelare il loro benessere (difficilmente saremo in grado di soddisfare le loro esigenze nutrizionali) sia per non alterare la loro biologia (cucciolate più numerose in un territorio che naturalmente potrebbe offrire sopravvivenza per pochi individui) ma soprattutto per non alterarne il comportamento nei confronti dell’uomo. Una maggiore confidenza può portare al superamento di “distanze di sicurezza” con possibili reazioni imprevedibili da parte di animali selvatici naturalmente predatori e potenzialmente letali per l’uomo.
La recente emergenza per la diffusione della peste suina africana sul territorio nazionale ha reso ancor più cogente il divieto di alimentare artificialmente gli animali selvatici per evitare il rischio di diffondere ulteriormente la malattia.
Il Comando Provinciale dei Carabinieri Forestali ricorda che il Lupo (Canis Lupus) è una specie particolarmente protetta ai sensi della Legge 157/1992. La Legge prevede l’arresto da due a otto mesi o l’ammenda da 750 a 2.000 euro per chiunque abbatta, catturi o detenga esemplari della specie Lupo.
Inserito da :
UOSVD Comunicazione e Informazione istituzionale
Data di pubblicazione:
06/06/2023
Ultimo aggiornamento:
06/06/2023
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