Congresso Nazionale SIET, il futuro che avanza: dalle nuove tecniche mini-invasive ai giovani chirurghi

Apertura con una tavola rotonda sul "governo delle donne". Il Dg Melli: "Più che di uguaglianza, bisogna parlare delle diversità"

Dalle innovative tecniche che permettono di operare senza intervento chirurgico alla valorizzazione dei giovani chirurghi. È declinato al futuro il XIX Congresso Nazionale della Società italiana di Endoscopia Toracica (SIET) organizzato dal prof. Gaetano Di Rienzo, direttore dell'U.O.C. di Chirurgia Toracica del “Vito Fazzi” e presidente della SIET nel biennio 2017/19.

Il Congresso, in corso all’Hilton di Lecce sino al 30 settembre, sta dibattendo di numerosi temi di comune interesse fra pneumologi e chirurghi toracici. Argomenti con un importante impatto sui pazienti, quali l'enfisema polmonare, il pneumotorace, le patologie tracheali benigne e le patologie dell'interstizio polmonare. Anche le neoplasie del polmone sono al centro del confronto tra esperti, con una particolare evidenza data alle metodiche diagnostiche più avanzate e moderne. Gli studi in corso, infatti, sono importanti sia a livello di diagnosi sia per il trattamento e si pongono l'obiettivo di mettere a punto tecniche il più possibile meno invasive.

“Ne è un esempio concreto – spiega il dr. Di Rienzo - l'electromagnetic navigation bronchoscopy, che consente di localizzare, bioptizzare e, nel prossimo futuro, anche asportare piccoli noduli polmonari senza ricorrere a intervento chirurgico”. Il Congresso è frequentato da molti giovani chirurghi provenienti da tutta Italia, per i quali il Consiglio Direttivo della SIET ha deciso di stanziare un premio di 3mila euro: andrà alla migliore comunicazione presentata da un giovane chirurgo e consentirà di ottenere uno stage presso una struttura di Chirurgia Toracica europea.

Le relazioni sulla Chirurgia Toracica mini-invasiva restano uno degli argomenti più seguiti. Proprio in questo settore, del resto, il reparto del “Vito Fazzi” diretto dal prof. Di Rienzo è una riconosciuta eccellenza italiana, collocandosi fra le prime 5 strutture in Italia per quantità e qualità dell’attività svolta.

Alla cerimonia inaugurale di giovedì sera hanno partecipato, oltre alla presidenza della Società di Endoscopia Toracica, il sindaco di Lecce Carlo Salvemini e il Direttore Generale della ASL Lecce, Silvana Melli. Interessante la tavola rotonda su “Il governo delle donne", condotta dalla consulente filosofica Graziella Lupo Pendinelli e con la partecipazione di Loredana Capone (assessore Regione Puglia), Gianna Martinengo (Women&technologies – Didael KTS), Franca Melfi (prof. Associato di Chirurgia Toracica Pisa – Chirurgia robotica del torace), Silvana Melli (Direttore Generale ASL Lecce) e Fiammetta Perrone (presidente FIDAPA Distretto Sud-Est).

Argomento di stringente attualità in una società tutta al maschile che, spesso, contrappone un vero e proprio “muro di gomma” alle legittime aspettative dell’universo femminile. Una donna – ha argomentato Silvana Melli – “è sempre sotto la lente d’ingrandimento. Deve rendere dieci volte di più per non essere messa in discussione e, nella migliore delle ipotesi, deve arrivare a meritare d’essere equiparata a certi luoghi comuni che hanno a che fare con gli ‘attributi’”.

I risultati, il merito, le competenze, insomma, spesso non bastano a superare gli steccati di tipo culturale e ideologico che ancora ostacolano, quando non osteggiano, la presenza delle donne in posti di comando, nel privato come nel pubblico: “La donna deve dar conto del modo di vestire, della pettinatura, dell’età, del suo status, dell’essere mamma o nonna. Persino se lavora troppo o si permette di alzare la voce”.

Né possono bastare, è stato ribadito, provvedimenti sul modello delle quote rosa, che rischiano di chiudere la prospettiva di una reale “parità di opportunità” piuttosto che aprirla. “La donna – ha sottolineato ancora Melli – che arriva ad un posto di responsabilità in questo modo, perde automaticamente la sua autorevolezza. Un governo delle donne – ha aggiunto – non ci potrà mai essere. Le donne, soprattutto se a elevati livelli di responsabilità, raggiunti però con modalità differenti, non faranno mai squadra tra loro e tenderanno ad entrare in competizione, finendo con l’assecondare le aspettative dell’uomo di potere che attende dalle donne o un ruolo ancillare o di assoluta fedeltà, o ancora di condivisione strategica secondo logiche di potere fini a se stesse”. “Invece di parlare di uguaglianza – ha concluso il Direttore Generale Asl Lecce – bisognerebbe ragionare delle diversità, che sono più interessanti. Naturalmente non lasciando che siano solo gli uomini a scegliere il modello di valutazione, poiché tenderebbero a optare per quello che li rende più tranquilli”.

 

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Ufficio Stampa

Data di pubblicazione:

29/09/2017

Ultimo aggiornamento:

29/09/2017