Formazione del personale per la sezione ospedaliera del carcere di Lecce, Silvana Melli: una sfida per Asl e operatori, l'obiettivo è crescere insieme

Corso di formazione “Percorsi di trattamento e riabilitazione tra carcere e territorio per i pazienti psichiatrici autori di reato”

partito stamane nel polo didattico dell’Asl di Lecce

13-15 ottobre 2016

Una sfida da cogliere e un obiettivo da centrare: aiutare il paziente dappertutto. Anche quando finisce in carcere. Senza aver paura di affrontare ciò che, forse, si conosce poco. Per questo il corso di formazione “Percorsi di trattamento e riabilitazione tra carcere e territorio per i pazienti psichiatrici autori di reato” partito stamane nel polo didattico dell’Asl di Lecce – e che durerà sino al 15 ottobre - è il modo migliore per prepararsi all’impegno fissato nel Protocollo d'intesa elaborato dalla stessa azienda sanitaria e dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP). Percorso comune realizzato assieme alla Casa Circondariale di Lecce rappresentata, in sostituzione del direttore Rita Russo (trattenuta da impegni istituzionali), dal vicedirettore Patrizia Andrianello e dal Comandante della Polizia penitenziaria Riccardo Secci.

Un “esperimento” che parte col piede giusto, una sala piena e la ferma volontà delle istituzioni e degli operatori protagonisti della creazione di una Sezione per la Tutela della Salute Mentale all’interno della della Casa Circondariale di Lecce: 20 posti letto a disposizione dell’Autorità Giudiziaria, prima attuazione delle prescrizioni normative collegate alla chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, di evidente rilevanza per dimensioni e personale coinvolto.

E’ il frutto di un lungo percorso suggellato in apertura del corso dagli interventi del direttore generale ASL Lecce Silvana Melli, del direttore del Dipartimento di Salute Mentale (DSM) ASL Lecce Serafino De Giorgi, del presidente del Tribunale di Sorveglianza della Corte d’Appello di Lecce, Silvia Dominioni e di Rosa Musicco, in rappresentanza del Dipartimento Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria.

Sanità e Giustizia – ha detto De Giorgi - sono due mondi che s’incontrano. Sarà necessario un lavoro in sintesi e collaborazione tra personale sanitario e polizia penitenziaria, puntando sulla qualità dell’assistenza e della cura”. Con numeri che descrivono il fenomeno in maniera drammatica: i pazienti con problemi sanitari in carcere sono l"80 per cento. “Noi – ha precisato De Giorgi - ci occuperemo dei casi di competenza psichiatrica e, tra questi, di quelli di maggior gravità ed impegno clinico-assistenziale. Partendo da ciò che l’équipe già al lavoro in carcere ha fatto nell'ultimo anno: quasi 900 casi curati e circa 2500 visite”. Di fronte, gli operatori in formazione si troveranno casi e problematiche complesse, in particolare problemi di salute mentale e uso di sostanze stupefacenti, “mescolati” assieme a reati, anche gravi: “Temi da trattare con molto cura – ha rimarcato il Direttore del DSM – e nel solco del principio di diritto recentemente statuito dal tribunale di Milano: nella presa in carico del paziente con problemi psichiatrici o rischio suicidario le esigenze di cura vanno bilanciate con quelle di sorveglianza”.
Insomma, un impegno rilevante che, tuttavia, va ancorato ad un substrato etico in cui “lo scambio tra culture diverse non dev’essere scambio di convenienza ma finalizzato ad un obiettivo superiore: la cura e la salute del paziente”.

Un valore centrale – ha aggiunto il Direttore Generale ASL Lecce nel suo intervento – per chi come me viene da 36 anni di attività con la bussola sempre puntata sul rapporto medico-paziente”. L’esperienza personale e la formazione, allora, possono essere la chiave di volta per raccogliere una sfida così importante: “E' capitato anche a me – ha detto Silvana Melli - di essere catapultata in un mondo fatto di tossicodipendenze, devianza minorile e malattia mentale, una sfida che ho affrontato con dedizione. Questo bagaglio di esperienza l’ho portato da Taranto a Bari e ora qui a Lecce, scegliendo sempre di metterlo a disposizione della gente e degli operatori”. Di qui l’invito a superare “le difficoltà legate alle esigenze personali” e a scegliere di “crescere insieme accettando le sfide”. “Avere paura del cambiamento – ha sottolineato Melli - è normale ma, agli operatori, dico di mettersi in gioco, perché scopriranno un mondo che darà loro grandi soddisfazioni”.
Integrazione tra personale penitenziario e sanitario, capacità di affrontare patologie e casi delicati in un ambiente fuori dall’ordinario: “La ASL Lecce ha affrontato questo sforzo, anche economico, perché crede nel progetto e perché da Lecce è possibile offrire una visione nuova del Sud, della Puglia e del Salento capaci di mettere le persone al centro e al di sopra di ogni cosa. Per farlo, però, tra chi decide dev’esserci grande sintonia: DAP e ASL ci hanno messo 15 minuti per entrare in sintonia e condividere gli strumenti per raggiungere l’obiettivo del prendersi cura anche dei pazienti in stato di detenzione. Diamo – ha concluso Melli rivolgendosi ai corsisti - un bell’esempio di un Sud senza pregiudizi, consapevole e responsabile: credeteci come ci credo io, con passione e determinazione”. Un’esperienza di medicina penitenziaria salentina che è già pronta a fare scuola e che, ha annunciato Melli, sarà presente all’11° Forum Risk Management in Sanità che si svolgerà dal 29 novembre al 2 dicembre prossimi a Firenze.

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Ufficio Stampa

Data di pubblicazione:

13/10/2016

Ultimo aggiornamento:

18/10/2016