Poliambulatorio di Martano: struttura nuova e moderna al servizio della comunità

Facciamo chiarezza: la nuova ala è una struttura adeguata, moderna e tra le poche ad essere a norma dal punto di vista antisismico. Un indubbio progresso per la realtà martanese e per gli altri comuni che fanno riferimento al Distretto Socio Sanitario

La nuova ala del Poliambulatorio di Martano è una struttura adeguata, moderna e tra le poche ad essere a norma dal punto di vista antisismico. E a breve, potrà offrire un completo ventaglio di servizi sanitari che rappresentano un indubbio progresso per la comunità martanese e per gli altri comuni che fanno riferimento al Distretto Socio Sanitario di Martano: oltre agli ambulatori specialistici già attivi, si sta procedendo a completare e attivare l’ulteriore offerta sanitaria di diagnostica per immagine (con mammografo già installato e Risonanza Magnetica in fase di accreditamento regionale), e non per ultimo il nuovo Centro Dialisi (anch’esso in fase di accreditamento) con il potenziamento dei posti rene da 6 (attualmente attivi presso la struttura di Calimera) a 10, oltre naturalmente ai servizi amministrativi vari connessi al funzionamento del Distretto di Martano.

Va detto anche, per completezza d’informazione, che la realizzazione di una struttura centralizzata, capace di riunire in un unico edificio servizi, uffici, ambulatori e macchinari, è un sostanziale vantaggio per gli utenti, ma è anche un’opportunità per la stessa azienda sanitaria. Per due motivi: il personale (come l’utenza) non dovrà più peregrinare per sedi sparse per il territorio; l’azienda, grazie ad una sede a norma e di proprietà, potrà risparmiare il costo dei numerosi fitti. E sarà un valore aggiunto anche per i medici di base, quando accetteranno la proposta contrattuale Asl e vorranno trasferirsi negli studi messi a loro disposizione, generando in tal modo una forte sinergia tra i servizi sanitari offerti dalla ASL e quelli propri dei medici di base, consentendo di fatto una sostanziale integrazione tra i servizi.

Per quanto riguarda le presunte “imperfezioni strutturali” o “costruttive” su cui in molti si stanno esercitando, con più o meno fortuna e competenza tecnica, è necessario chiarire alcune questioni.

Partiamo dalla scala antincendio in ferro, che sarebbe “interrotta”.

E’ opportuno, per non creare falsi allarmismi nella fruizione della nuova struttura e per dovere di cronaca, evidenziare che la suddetta “scala metallica interrotta” non è a servizio dell’intera struttura, in quanto la struttura nel suo sviluppo complessivo non necessita di questa ulteriore via di fuga antincendio, essendo la stessa dotata di ben due scale interne con struttura in cemento armato del tipo protetto, cioè adeguatamente compartimentate da un punto di vista antincendio, e dotata di tutte le porte di accesso che dagli atri delle stesse scale immettono nei vari servizi, di porte taglia-fuoco collegate direttamente ad un sistema di rilevazione incendi centralizzato. La scala metallica, in realtà, è ad uso del piano primo ala Sud, in quanto la sala riunioni ivi collocata può ospitare fino a circa 70/80 posti, per cui questa scala è necessaria come via di fuga aggiuntiva per la sala riunioni. Come pure l'archivio al piano terra, ubicato direttamente sotto la stessa sala riunioni per rispondere a criteri antincendio, a cui si accede esclusivamente dall’esterno tramite un ballatoio esterno dotato di opportuna scala antincendio ad uso esclusivo. Tutto ciò nel rispetto della normativa antincendio e per non gravare sulle scale compartimentate principali. Il piano secondo, invece, ha una destinazione d'uso per servizi amministrativi e i percorsi per le vie di esodo non necessitano della scala in ferro esterna. A conferma di ciò, sul lato opposto (lato Nord) e sempre sul piano secondo, vi è l’ufficio Vaccinazioni e anche qui, in modo speculare, non è presente una scala esterna, non essendo la stessa necessaria.

L'errore di montaggio di un semplice pittogramma con l'indicazione del senso della via d'uscita è una svista che, come da dichiarazioni del personale presente nella struttura, era nota e si è già provveduto a correggere.

Per quanto attiene l'ipotesi di scarico di acque su terreno privato limitrofo, questo non è altro che un “troppo pieno” delle acque meteoriche che, in caso di eventi molto copiosi, fa defluire le stesse acque meteoriche secondo il naturale declivio del terreno agricolo adiacente che, detto per inciso, nel vigente PRG del Comune di Martano è indicato come “sede viaria”. Rispetto al presunto e non meglio identificato danno che ne deriverebbe, si precisa che il diretto interessato, cioè il proprietario, non ha mai lamentato alcunché. Comunque, si è già provveduto a spostare il troppo pieno che garantirà, in caso di eventi di notevole portata, il deflusso delle stesse acque meteoriche – e “solo meteoriche” - su aree conclamatamente pubbliche. E’ fuor di dubbio che lo stesso troppo pieno è solo connesso ad acque prettamente meteoriche, che già prima dei lavori di costruzione della nuova ala defluivano in maniera naturale verso il fondo agricolo posto a quota minore rispetto al terreno ora di proprietà ASL: prova provata che, in prossimità della stessa tubazione, non vi erano liquami e, come osservato durante il recente sopralluogo, vi era solo qualche residuo di deposito calcareo.
 

Stato dei luoghi prima dell’intervento

Durante i Lavori

Riguardo alle “finestre di misura inferiore a quella dovuta”, questa affermazione è l’ennesima strumentalizzazione. Infatti, come constatato, tutti gli infissi sono stati opportunamente montati su marmi perimetrali "imbotti" come previsto da progetto, oltre a garantire una corretta rifinitura dei vani finestra consentendo una migliore e adeguata pulizia e manutenzione delle stesse, permettono di rifinire in maniera corretta gli stessi infissi, evitando che nel tempo venga compromesso il corretto funzionamento con il deteriorarsi dell'eventuale intonaco posto in alternativa alle rifiniture in marmo.

Circa le infiltrazioni che si sono verificate, si ricorda che la ditta manutentrice è intervenuta a proprie cura e spese (nelle more della chiusura della procedura di collaudo amministrativo), segnalando che in più punti e su più infissi il silicone era stato “strappato” e divelto e, in alcuni casi, vi erano state spente sigarette, in sostanza bruciando la sigillatura: tutti particolari riportati in apposita relazione inviata alla ASL dalla ditta esecutrice delle opere intervenuta dopo contestazione dei fatti da parte della ASL. A conferma di quanto asserito e documentato dalla ditta, vi è la riprova che su circa 300/400 infissi solo una minima parte ha subito tali problematiche che, peraltro, si sono “palesate” dopo alcuni anni dal montaggio degli infissi (primi mesi anno 2015) e dopo diversi mesi che la struttura è in uso.

Per quanto attiene l’agibilità dell’intera nuova ala, va puntualizzato che il collaudo statico della stessa è riferito al suo sviluppo complessivo, come anche le certificazioni di conformità degli infissi e impianti tecnologici. Per il piano seminterrato (che in realtà è un piano terra e dove verrà ospitato l’ampliamento dell’area di diagnostica per immagine con l’installazione della RMN articolare, del RX, dell’OPT, dell’area senologica ecc. previsti nel PO FERS 2014-2020), seppur strutturalmente collaudato e dotato di impianti tecnologici, servito dagli ascensori ecc, non è stata inizialmente certificata l’agibilità, escludendo volutamente le stesse aree dalla SCIA e Certificazione di Agibilità, in quanto da completare con le tecnologie e rifiniture annesse all’installazione delle diagnostiche (protezionistica RX da fare in funzione della potenza e tipo di tecnologia acquistata, quadri comando, schermature varie, tecnologia di refertazione ecc.). Quindi, la struttura nel suo complesso è dotata di opportuna agibilità “urbanistica”.

Sul versante della certificazione antincendio, come già anticipato, la relativa Scia – escluso il piano seminterrato - è stata presentata al Comando provinciale dei vigili del Fuoco ancor prima della certificazione di agibilità e, proprio in questi giorni, si è provveduto a depositare un adeguamento relativo all’apertura del piano seminterrato e del Centro Dialisi.

Rispetto a quanto evidenziato a suo tempo dai Vigili del Fuoco (nota del 25 luglio 2017), il 28 marzo 2018 l’Area tecnica ASL ha presentato un esame progetto contenente sia il recepimento degli adeguamenti richiesti rispetto all’iniziale progetto (solo per la nuova ala del poliambulatorio, mentre per la vecchia ala è in corso un separato progetto di adeguamento antincendio e antisismico con fondi FESR 2014-2020), sia il completamento con il seminterrato e il Centro dialisi.

Il procedimento si perfezionerà nei prossimi giorni. Pertanto, sotto il profilo della certificazione antincendio e dunque della conseguente agibilità, sulla scorta della documentazione disponibile, la Direzione Generale ASL Lecce ritiene di poter affermare che le attività sanitarie espletate nella nuova struttura poliambulatoriale di Martano si svolgano legittimamente, non avendo ricevuto in tal senso disposizioni contrarie dalle competenti autorità. Non appena, nelle scorse settimane, si è preso atto della necessità di separare i compartimenti antincendio della vecchia e della nuova struttura ai fini della definitiva certificazione antincendio, la Direzione Generale Asl Lecce ha sollecitato l’Area Gestione Tecnica affinché fosse immediatamente presentato alle autorità competenti il progetto di completamento della struttura e, quindi, per l’attivazione e accreditamento dei 10 posti di dialisi nonché di tutta l’area dedicata alla Diagnostica per immagini. Nell’immediato saranno posizionate porte taglia-fuoco che assicureranno la completa compartimentazione tra vecchia e nuova struttura, per cui le due strutture potranno avere vita autonoma ai fini della certificazione antincendio, poiché è fatto noto che il vecchio poliambulatorio è privo di certificazioni antincendio e antisismica.

In merito poi a quanto affermato sulle cabine elettriche e sulla “pericolosità” delle stesse in quanto poggiate direttamente su terreno senza alcun basamento, facciamo “parlare” le immagini scattate durante la costruzione dell’immobile:

Durante la costruzione

Durante la costruzione

Stato attuale

Da cui si evince chiaramente e indiscutibilmente che, con ogni probabilità, qualcuno si è fidato “ciecamente” delle apparenze o dei depistaggi fatti ad arte per screditare (non si sa per quale motivo) in maniera strumentale l’opera realizzata.

Dalle foto si può evidentemente verificare che i basamenti delle cabine sono stati realizzati a regola d’arte e con l’utilizzo di opportuni e predisposti passaggi cavi tra le varie parti di cabina, utilizzando cavi certificati per tali scopi che sono ampiamente idonei all’uso nei cavidotti stradali interrati. E comunque il problema sollevato è stato già risolto.

Passando al Centro Dialisi, previsto al piano terra della nuova struttura e direttamente collegato con l’esterno (contrariamente a quanto riportato nelle notizie di stampa, non è ubicato al secondo piano), si ribadisce che gli ambienti sono stati correttamente realizzati secondo il progetto approvato per ospitare 5+1+2 posti dialisi, da trasferirsi dall’attuale sede di Calimera a Martano. Il tutto opportunamente dimensionato e nel rispetto alla normativa regionale e statale vigente per l’accreditamento dei CAD (ovvero centri dialisi ad assistenza decentrata). Secondo le linee guida regionali (norme sull’accreditamento R.R. n. 3/2005 vigente al momento della progettazione), trattandosi nello specifico di “centri ambulatoriali a medio e basso livello assistenziale”, gli stessi possono essere (punto B.01.04 del regolamento sull’accreditamento delle strutture che erogano servizi sanitari) “ubicati in edifici esclusivamente dedicati alla specifica attività sanitaria, o in parti di edificio distinte da ogni altro uso per civile abitazione o altro, e devono essere dislocati in modo tale da consentire un facile accesso dei pazienti e dei mezzi di soccorso necessari per il trattamento di eventuali complicanze.

I locali e gli spazi devono essere correlati al volume delle attività erogate, in numero e dimensioni tali da garantire l’adeguatezza delle prestazioni in rapporto all’utenza. Nel nostro caso di 5+1+2 posti rene.

Stralcio del Progetto esecutivo posto a base di gara e relativo all’Area Dialisi


 

Come si può desumere dalla planimetria, nella nuova allocazione nel Poliambulatorio di Martano è prevista un’area spogliatoi per il personale esterna all’area dialisi, un’area attesa per gli utenti, un’ampia sala dialisi con bagni e antibagno-spogliatoi (distinti per tipologia di pazienti dializzati, che non prevede l’uso della doccia), dimensionati in virtù dei posti rene previsti in progetto, due distinte piccole sale (dotate di servizi igienici esclusivi) per uno e due posti rene dedicati, direttamente connesse e sorvegliabili dalla sala centrale, la medicheria e l’ambulatorio, i depositi sporco e pulito, l’area segreteria e accettazione. L’area CAD posta al piano terra ha un accesso privilegiato con rampe di opportuna pendenza che, in caso di necessità, mettono il personale medico immediatamente nella possibilità di trasportare con barelle o altro mezzo l’utente presso il più vicino ospedale, così come previsto per i CAD dalle norme sull’accreditamento. La necessità, emersa post intervento, di incrementare da 5+1+2 a 10 posti, oltre ai 2 posti tecnici, ha comportato necessariamente delle piccole variazioni alle disposizioni logistiche dell'area di dialisi, più la necessità di realizzare ex novo un impianto biosmosi (progettualità già eseguita dal personale tecnico ASL in collaborazione con i vari dipartimenti di prevenzione e di utilizzo degli stessi ambienti).

Per quanto attiene ai requisiti tecnici della struttura e, in specifico, alle porte di accesso, non è riportata nessuna contro indicazione agli infissi montati e previsti nel progetto, anzi gli stessi garantiscono una migliore e veloce fruibilità degli ambienti in caso di eventuali manovre di emergenza.

Relativamente, poi, alla comunicazione di “fine lavori” dell’ing. Pisanello, prevista per il 20 febbraio 2018, essa in realtà riguardava il completamento dell’installazione del mammografo, acquistato con l’utilizzo dei fondi FERS 2014-2020 in seno alla scheda 9.012.03, che nulla ha a che vedere con la nuova struttura. Una nota che è stata “malamente interpretata” come l’ultimazione dei lavori delle opere previste nello stesso programma di adeguamento strutturale impiantistico per la messa a norma antisismica e antincendio della vecchia struttura poliambulatoriale attiva e (inavvertitamente?) ribaltata sulla ultimazione della nuova ala del Poliambulatorio.

In questi giorni, infine, l’amministrazione ASL sta procedendo ad attivare le procedure per l’affidamento del servizio di ingegneria necessario all’individuazione del gruppo di tecnici che dovrà eseguire la progettazione esecutiva per la messa a norma del vecchio Poliambulatorio. Intervento previsto nel Programma di investimenti con fondi strutturali P.O. FERS 2014-2020 dedicati.

 

Inserito da :

Ufficio Stampa

Data di pubblicazione:

17/04/2018

Ultimo aggiornamento:

18/04/2018