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Malattie trasmesse da vettori - Leishmaniosi

Cos’è la leishmaniosi?

La leishmaniosi è una patologia infettiva parassitaria trasmessa dalla puntura del flebotomo, un piccolo insetto (2–3 mm) ematofago simile alla zanzara, che colpisce il cane, alcuni mammiferi e l’uomo.

 

Dove è presente la malattia?

La malattia è presente nelle aree tropicali e subtropicali temperate del Mondo e in tutto il bacino del Mediterraneo. Le variazioni climatiche insieme ad una maggiore movimentazione di persone ed animali stanno contribuendo alla diffusione della patologia in altre aree del Mondo. 

 

Chi può contrarre la malattia?

La leishmaniosi colpisce principalmente i cani, tuttavia, può presentarsi anche in lupi, volpi, gatti e roditori selvatici oltre che nell’uomo e in particolar modo in soggetti anziani, bambini e soggetti immunodepressi.

 

Come avviene la trasmissione?

L’agente eziologico responsabile della leishmaniosi è un protozoo chiamato Leishmania che si trasmette all’ospite attraverso la puntura del flebotomo. Il picco d’azione è raggiunto in Italia, tra maggio e ottobre, nelle ore notturne dal crepuscolo all’alba. Durante il giorno il vettore si nasconde in fessure, anfratti naturali (quali muretti a secco) ed ambienti umidi e ricchi di detriti organici utilizzati come nutrimento per le larve.

Per completare il ciclo biologico del protozoo è necessaria la presenza del flebotomo e di un mammifero.

I flebotomi vettori si infettano pungendo uomini o animali infetti. I serbatoi animali variano a seconda delle specie di Leishmania e della localizzazione geografica e comprendono cani domestici, altri canidi, roditori e altri animali.

 

Che sintomi ha il cane infetto?

Il cane, dopo un periodo d’incubazione che può arrivare fino a sette anni, può manifestare i sintomi secondo due forme cliniche principali:

  • Viscerale: è la forma più diffusa e comprende manifestazioni quali astenia, dimagrimento, anoressia, sintomi gastroenterici, lesioni oculari, perdite di sangue dal naso, addome a botte per ingrossamento di fegato e milza, aumento del volume dei linfonodi, problemi articolari ed insufficienza renale.
  • Cutanea: è caratterizzata da lesioni cutanee quali perdita di pelo, dermatiti, ipercheratosi della cute del naso e dei cuscinetti plantari, crescita anomala delle unghie e sviluppo di ulcere nella zona perioculare, sull’estremità delle orecchie e nella mucosa di bocca e naso.

Raramente l’animale può restare asintomatico e non sviluppare mai clinicamente la malattia, nel corso della sua vita.

 

Che sintomi si osservano nell’uomo?

Si distinguono solitamente tre forme morbose di leishmaniosi umana, in base alla distribuzione geografica, alla specie di Leishmania coinvolta e alla immunocompetenza dell’ospite:

  • Leishmaniosi cutanea conosciuta anche come bottone d'oriente o bottone tropicale. E’ la forma più diffusa, caratterizzata da una lesione cutanea ben delimitata nella sede della puntura del flebotomo. Lesioni multiple possono manifestarsi dopo punture infettanti multiple o in caso di diffusione metastatica. La lesione iniziale spesso consiste in una papula che si ingrandisce lentamente, si ulcera centralmente e sviluppa una lesione a bordi eritematosi. Il decorso dipende dalla specie infettante e dallo stato immunitario dell’ospite.
  • Leishmaniosi mucosa. I parassiti si diffondono dalla lesione cutanea iniziale attraverso il circolo linfatico e il sangue ai tessuti del nasofaringe. La sintomatologia della leishmaniosi mucosale si sviluppa in modo caratteristico dopo mesi o anni dalla comparsa della lesione cutanea.
  •  Leishmaniosi viscerale o kala azar. La maggior parte dei casi si verifica in India nord-orientale. I parassiti si diffondono dalla sede della puntura del flebotomo sulla cute ai linfonodi regionali, alla milza, al fegato e al midollo osseo e danno origine alla sintomatologia sistemica. Le infezioni subcliniche sono frequenti; solo una minoranza dei pazienti infetti sviluppa una malattia viscerale progressiva. La leishmaniosi viscerale è un'infezione opportunistica nei pazienti con AIDS o altre condizioni di immunocompromissione.

 

Come si diagnostica la malattia?

Gli esami di laboratorio rivestono un ruolo cruciale per una corretta diagnosi, ma anche per la definizione della prognosi e del follow-up e mirano ad individuare il parassita attraverso l’isolamento, la ricerca del DNA o la rivelazione del titolo anticorpale.

 

C’è una terapia?

I farmaci utilizzati nella terapia della Leishmaniosi canina non sono in grado di eliminare definitivamente il protozoo dall’organismo, dunque, ad oggi non è possibile guarire da questa malattia. Le terapie disponibili agiscono sul controllo dei sintomi al fine di rallentare la progressione della patologia.

 

Come si previene la leishmaniosi?

Per una prevenzione efficace della leishmaniosi è necessario ridurre l’interazione tra ospite (cane) e vettore (flebotomi). E’ fondamentale, pertanto, utilizzare antiparassitari (autorizzati dal Ministero della Salute) per uso topico (spot-on e collari) che con la loro azione repellente impediscano la puntura del flebotomo.

Il vaccino, sebbene non elimini il rischio di contrarre l’infezione, riduce la progressione e della malattia e lo sviluppo di forme gravi.

Quali precauzioni posso adottare per evitare che il mio cane si infetti?

E’ opportuno:                                                                                

  • limitare l'esposizione notturna al parassita, evitando lunghe passeggiate nelle ore serali e custodendo il cane in strutture al chiuso durante la notte
  • applicare zanzariere con maglie fitte alle finestre (0,4-2 mm)
  • utilizzare insetticidi ambientali per uso domestico
  • sottoporre il cane ad esami sierologici periodici (soprattutto al termine della stagione autunnale).

 

Corro dei rischi se il mio cane ha la leishmaniosi?

La leishmaniosi è una zoonosi indiretta: il cane pur fungendo da serbatoio nell’ambiente, non può trasmettere direttamente la patologia all’uomo.  Affinché quest’ultimo contragga la malattia è necessario che il vettore (flebotomo) punga un cane infetto e, trascorso il tempo necessario alla trasformazione del protozoo in una forma infettante, punga a sua volta l’uomo. E’ fondamentale, pertanto, l’utilizzo dei repellenti anche nei confronti di cani infetti, che proteggano gli stessi dalla puntura del vettore, al fine di interrompere il ciclo biologico del parassita e la diffusione della malattia.

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