Epatite C (HCV)

L’epatite C è una malattia infettiva del fegato causata dal virus HCV, acronimo che in inglese sta per Hepatitis C virus, ovvero virus dell’epatite C. Per l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) la maggior parte dei decessi per epatiti sono riconducibili a questo virus, nonostante esistano nuovi farmaci antivirali in grado di garantire la guarigione dalla malattia.  

Il problema sta nell’identificazione dell’infezione, spesso diagnosticata in fase avanzata. Il virus, infatti, non causa sintomi, rendendo di fatto invisibile la malattia e provoca piccoli danni che nel tempo portano a cirrosi o cancro del fegato. Individuare precocemente l’infezione è fondamentale ai fini della cura. Si stima che in Puglia potrebbero essere più di 30 mila le persone non consapevoli di aver contratto l’HCV. 

Screening per l’individuazione del virus HCV 

Nel Piano regionale di prevenzione (Prp) la Regione Puglia ha previsto di attivare un programma di screening gratuiti per l’HCV rivolti alla popolazione più a rischio, con l'obiettivo di: 

  • rilevare le infezioni da virus dell’epatite C (HCV) ancora non diagnosticate; 
  • migliorare la possibilità di una diagnosi precoce; 
  • garantire la possibilità di un trattamento farmacologico precoce, altamente efficace e finalizzato ad evitare le complicanze di una malattia epatica avanzata e/o le conseguenze delle manifestazioni extraepatiche; 
  • ridurre la circolazione del virus impendendo nuove infezioni e contribuire al raggiungimento dell’obiettivo fissato dall’Oms, che intende eliminare l’epatite C entro il 2030. 

Il programma sarà attivo fino al 31 dicembre 2023. 

A chi è rivolto 

Alcuni studi hanno evidenziato come l’età media di due terzi degli asintomatici sia di 46 anni. Inoltre, dato che l’HCV si trasmette attraverso il sangue, l'infezione più comune avviene tra chi fa uso di siringhe infette nell’assunzione di droghe. 

Sulla base di queste informazioni sono state individuate tre diverse platee di persone a rischio: 

  • nate tra il 1969 e il 1989, inclusi gli stranieri temporaneamente presenti (Stp) 
  • seguite dai Servizi pubblici per le dipendenze (SerD), indipendentemente dalla nazionalità e dall’anno di nascita 
  • detenute in carcere, indipendentemente dalla nazionalità e dall’anno di nascita 

Il programma di screening prevede percorsi differenti per le tre platee. 

Come aderire 

Per le persone in carico ai SerD, residenti nelle comunità terapeutiche e detenute nelle carceri lo screening è organizzato nelle strutture di riferimento all’arrivo, ogni sei mesi o dopo comportamenti a rischio. 

Le persone nate tra il 1° gennaio 1969 e il 31 dicembre 1989 ricevono una chiamata, un sms o un’e-mail dalla ASL, scaricano la lettera d’invito dal servizio dedicato e si presentano in un laboratorio pubblico o privato, uno studio medico o una farmacia che aderisce all’iniziativa. In ogni caso chi appartiene alla platea di destinatari può presentarsi in un Punto screening HCV anche senza lettera di invito. Tuttavia è consigliato scaricare i documenti necessari, tra cui il consenso informato e l’informativa sul trattamento dei dati personali da consegnare compilati e firmati, in modo da agevolare le operazioni di screening. 

L’adesione è volontaria e gratuita, non è necessaria ricetta medica. 

Quale test eseguire 

Nei laboratori di analisi pubblici il test viene eseguito con prelievo di sangue. Se si hanno in programma esami del sangue per altre prescrizioni, è possibile fare richiesta di integrarli con il test HCV. 

Nei laboratori privati accreditati, negli studi medici e nelle farmacie lo screening consiste in un test rapido, salivare o su sangue capillare (con pungidito). 

Comunicazione dell’esito 

Tramite piattaforma multicanale Sm@rtHealth, la persona viene informata della possibilità di scaricare l’attestato di esito dal servizio dedicato. 

In caso di esito negativo, lo screening è concluso. In caso di esito positivo, la persona viene informata dal Punto di screening HCV e contattata dal Centro specialistico per il test di conferma e l’eventuale presa in carico. 

Come curare l’infezione 

Per il trattamento delle infezioni da HCV, sono disponibili farmaci antivirali ad azione diretta (Direct-Acting Antiviral, DAAs) che hanno rivoluzionato l'approccio terapeutico per questa malattia. Sono altamente efficaci, con tassi di guarigione superiori al 95%. Agiscono direttamente sul virus dell'epatite C, inibendo le sue proteine cruciali per la replicazione virale. Vengono prescritti in combinazione per un periodo di trattamento variabile a seconda del genotipo del virus e delle caratteristiche individuali del paziente. 

Gli antivirali sono generalmente ben tollerati, gli effetti collaterali sono pochi. Tra i più comuni, affaticamento, mal di testa e disturbi gastrointestinali lievi. È importante segnalare al medico eventuali sintomi indesiderati o interazioni farmacologiche con altri farmaci in uso. 

La maggior parte dei trattamenti dura da 8 a 12 settimane. In alcuni casi può essere necessario prolungare le cure fino a 24 settimane. Dopo la fine del trattamento, si monitora la carica virale nel sangue fino ad accertamento della guarigione.  

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